25 febbraio 2025
BATTESIMO SULLE NOTE DI NICOLA PIOVANI
Nasce una nuova associazione culturale
25 febbraio 2025
Nasce una nuova associazione culturale
Contemplata aliis tradere è il motto di Tommaso d’Aquino che esprime la vocazione dei Domenicani a trasmettere agli altri la bellezza di ciò che si è contemplato.
Con la forma abbreviata di questo motto – Aliis tradere – si è recentemente presentata alla cittadinanza milanese una nuova associazione culturale fondata dai padri domenicani della Basilica di Santa Maria delle Grazie con il fine di diffondere la cultura nelle sue svariate articolazioni.
L’inaugurazione della nascita delle attività culturali è stata affidata a un evento unico scritto e interpretato dal maestro e Premio Oscar Nicola Piovani, amante del termine maestro inteso con il senso artigianale dell’appellativo con cui ci si rivolge a un capo bottega, un falegname, un carpentiere. Non certo il Maestro profeta con la maiuscola, il filosofo, chi insegna il Verbo, ma l’artigiano che dirige un cantiere o che fa suonare le orchestre, sia quelle dei grandi golfi mistici del melodramma, sia quelle delle piccole buche del varietà.
Il contesto architettonico del Bramante, patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, in cui è andato in scena il suo racconto autobiografico nel segno della musica, si è rivelato per lui il luogo più emozionante dove abbia mai suonato nella vita.
Piovani racconta di non ricordare un solo momento della sua vita in cui non ci sia stata la musica con la magica sintonia che si crea tra chi suona e chi ascolta, dalle serate campagnole con i genitori in cui bambino suonava la filarmonica ai set cinematografici e ai palcoscenici internazionali più prestigiosi
Nella Basilica al racconto nella lingua universale della musica ha unito come intermezzo e contrappunto le parole per evocare con leggerezza e affetto memorie e aneddoti dei tanti incontri fortunati con artisti della caratura di Fellini, Monicelli, Taviani, Bellocchio, Benigni e Moretti, di cui è stato protagonista nella sua quarantennale carriera.
Tante le riflessioni che attestano anche l’impegno civile del Maestro Piovani. Alla sua prima collaborazione con i fratelli Taviani per la colonna sonora del film “La Notte san Lorenzo”, ambientato durante la guerra della Resistenza, si chiedeva quasi spazientito se negli anni Ottanta ci fosse ancora bisogno di celebrare la Resistenza, ritenendo che il valore di questo movimento di popolo fosse ormai patrimonio comune e condiviso. Ora, invece, a quarant’anni anni di distanza, si rende conto con chiarezza e maggiore consapevolezza non solo del valore della memoria, ma anche del fatto che nessuna conquista è per sempre e che, come diceva Primo Levi, la memoria è un dovere.
Ricorda di aver chiesto ripetutamente in prestito sul set a Mario Monicelli la copia del giornale che acquistava ogni giorno, ma il regista intransigente lo invitava a procurarsi la propria copia, per fargli comprendere quanto il giornale in edicola rappresentasse una grande conquista democratica di pluralismo informativo e un privilegio a cui dare il debito valore.
Fatica il maestro Piovani a essere ottimista in un momento come quello che stiamo vivendo, in cui lo scontro delle armi sta facendo fare passi indietro al cammino della pacificazione, della civiltà; il sangue sta respingendo la parola. E il nobile tema del pacifismo si sta inquinando in polemiche ambigue. Crede, tuttavia, nella musica come dialogo contro violenza e guerra e rende un omaggio particolare al potere e alla capacità della musica di superare ogni divisione e unire gli uomini.
“La voce della luna” gli ricorda la profetica intuizione del regista Federico Fellini, che nel finale sollecita attraverso il protagonista il silenzio degli umani per udire la voce della luna: in tanto chiasso mediatico odierno, se tutti facessimo un po’ di silenzio, forse qualcosa potremmo capire – chiosa Piovani – riportando al nostro presente l’insegnamento dell’amico e grande maestro del cinema, da cui ha preso in prestito anche la definizione “La musica è pericolosa” per intitolare la propria autobiografia.
Nelle sue composizioni emerge il rispetto per la grande quantità di talenti anonimi e artisti che hanno vissuto la loro carriera in una buca d’orchestra, realizzando in piccole partiture il connubio magico tra immagini e suono del cinema muto (“Il pianino delle meraviglie”) e per i protagonisti del contesto dei grandi movimenti migratori dei primi del Novecento, che si muovono sulle musiche di “Manodopera”.
Sul palco insieme a Piovani al pianoforte, Marina Cesari (sax), Marco Loddo (contrabbasso), Vittorino Naso (percussioni).
Un privilegio per il pubblico milanese ascoltare il maestro Piovani in questa location d’eccezione e straordinaria cassa di risonanza di note e emozioni. Ora l’attenzione è puntata sul programma che questo nuovo centro di attrazione per l’arte nelle sue più varie e attuali declinazioni proporrà nel corso di quest’anno e di quelli a venire.
Rita Bramante