25 febbraio 2025
MILANO COMINCI A SALVARSI DA SOLA
Una cura “naturale”
A) le accuse della procura sono, semplificando, di due tipi
1 leggi e decreti non rispettati (1942/ribadito 1971 e 1968), per altezza e indici che richiedono obbligatoriamente piani attuativi, intoccati nei molti tentativi di rifare quelle leggi. L’affermazione ripetuta dal comune di MI (funzionari, assessore e sindaco) che vanno “interpretate” perché vecchie, è una insostenibile valutazione “politica” di comodo, le norme finché vigenti vanno rispettate (e il comune prima di questi episodi le ha rispettate, cosa è cambiato?): “interpretarle” significa modificarle per sanare gli abusi.
2 le finte Scia per ristrutturazioni che erano invece nuove costruzioni, con le gravi evasioni conseguenti (oneri, Iva, riduzioni fiscali, standard, monetizzazioni, …), molti milioni per pratica, forse più di cento in totale.
B) La proposta di legge, detta “salva Milano” (una paginetta di “autentiche interpretazioni” firmata Foti, oggi ministro) passata alla Camera con i voti della maggioranza e del PD, contiene due provvedimenti, che partendo da Milano diventano nazionali:
1 i Piani attuativi non sono più necessari nelle zone urbane (cioè ovunque) mentre sono indispensabili per contestualizzazione e valutazione paesaggistica (compito della commissione che altrimenti è inutile), standard, oneri (anche aggiuntivi), norme per cambio climatico e efficientamento, e la partecipazione dei cittadini agli interventi con rilevanza urbana.
2 le ristrutturazioni, che riguardano edifici esistenti, sono uguali alle demolizioni con ricostruzione, che sono procedimenti urbanistici, che richiedono proprio piani attuativi.
Conseguenze:
a) la legge vale per tutta Italia, quindi devasta tutta la pianificazione con conseguenze irrimediabili, ma come fanno i partiti con un minimo di coscienza civile ad approvarla? Come può il PD approvare una norma che salta la partecipazione popolare, che diventa di fatto un condono e va a tutto vantaggio solo degli imprenditori edili e a danno dei comuni?
b) per Milano se la legge sarà retroattiva (con dubbi di legittimità), è un condono di entrambi i filoni di indagine, senza recuperare decine di milioni di entrate dello stato e oneri comunali (di cui il comune non dovrebbe più lamentarsi)
c) permette di eliminare la doppia conformità per condonare gli abusi di ogni tipo e di ogni epoca, che quindi diventeranno artatamente sanabili (diciamo 30.000 edifici sulle coste, più altrettanti nelle zone urbane), una bella devastante sanatoria indiretta, a costo zero per gli abusivi !! di questo nessuno parla. Il peggior condono della storia, si sana senza pagare, danno territoriale, paesaggistico e erariale.
Il Salva Milano il 6 marzo va al Senato, con molti rischi: il PD, con Boccia ha dichiarato che così non lo vota, confermato a Milano dalla Roggiani, ma presenterà emendamenti; FDI con La Russa ha dichiarato che non lo vota non per motivi urbanistici ma politici perché è un Salva Sala.
La base del PD (ho assistito in un importante circolo di periferia) si è dichiarata unanimemente contraria: “la legge favorisce immobiliaristi e costruttori, cioè classi ricche, senza consultare noi cittadini e militanti, ma compito della democrazia è tutelare le classi deboli, quindi a noi non interessa”. Applausi. In consiglio comunale (votazione solo di bandiera) è passato con 5 voti contrari della maggioranza e in assenza del sindaco (minoranze astenute, due leghisti contro, un caso molto grave, per ora senza conseguenze)! Il sindaco ha così spostato la discussione sul piano politico: se il PD al Senato non lo approva ci saranno conseguenze in giunta (quali? perché il PD è azionista di maggioranza)
Scenari ipotetici:
Quindi tempi lunghi, lunghissimi, rischi elevati, compromissioni politiche imbarazzanti sia per maggioranza che minoranza: merita procedere su questa strada o trovare qualche alternativa? Senza sapere gli esiti, con la città e l’attività edilizia ferma, per l’ostinatezza ad aspettare una soluzione esogena dal governo, senza valutare i rischi e le conseguenze in caso di fallimento.
Dopo un anno di questa situazione paradossale in attesa del condono romano, bisogna domandarsi perché Milano non comincia a salvarsi da sola? Perché rimanda a Roma e vuole una legge nazionale che coinvolge nel peggio tutta Italia? Proviamo un’analisi di cosa non va nelle norme del PGT di Milano, e potrebbe essere rimediato.
Primo vulnus nel PGT di Milano i Piani Attuativi sono obbligatori solo oltre i 20.000mq di area e indice di 7mc/mq. (PDR art 13), un parametro contro legge, che non hanno confronti con tutti i PGT vigenti in altre città lombarde con piani approvati da amministrazioni di sinistra.
PGT DI VARESE. ART 17. 7 Tutti gli interventi con potenzialità edificatoria superiore a 12.000 mc a destinazione prevalentemente residenziale e superiore a 5000 mq di superficie coperta a destinazione prevalentemente produttiva-direzionale o commerciale, sono assoggettati all’obbligo di presentazione di un Piano Attuativo.
PGT DI PAVIA Art. 9 – Aree Soggette A Pianificazione Attuativa: L’ALLEGATO C, scheda i PA Obbligatori per rinnovamento urbano 10.000/19.000mq con indice 0,4mq/mq, per potenziamento servizi da 7.000 a 22.000mq con indice 0,2mq/mq, per incremento del patrimonio pubblico da 29.000 a 32.000 con indice 0,1mq/mq In tutti i casi la densità massima è 2mc/mq, altezza da 2 a 10 piani
PGT DI BERGAMO Articolo 4. Piani urbanistici attuativi e permessi di costruire convenzionati c. 3. Per gli interventi di: ● ristrutturazione urbanistica; ● nuova costruzione; ● ristrutturazione edilizia mediante demolizione e ricostruzione; aventi una SL pari o superiore a 4.000 mq è richiesto il piano attuativo o il permesso di costruire convenzionato. Aggiungendo: Per le polarità strategiche, Art 14. 2 prevede ● la redazione del progetto di un piano o programma attuativo si attua all’interno di un percorso condiviso di consultazione ed approfondimento tra il proponente e il Comune,
PGT DI BRESCIA. Art. 27 piani attuativi e provvedimenti convenzionati
Oltre ad eventuali ulteriori prescrizioni contenute nella disciplina dei diversi ambiti …in via generale sono subordinati a Piano Attuativo gli interventi di: − ristrutturazione urbanistica; − nuova edificazione per destinazioni terziarie, commerciali o residenziali di slp superiore a mq. 2.500 potenziali (ovvero costruibili in base all’indice fondiario): − ristrutturazione con cambio di destinazione, per destinazioni terziarie, commerciali o residenziali di slip superiore a mq. 2.500; − nuova edificazione con edifici di altezza superiore a mt. 20; − nuova edificazione di insediamenti industriali o artigianali di slp maggiore a mq. 5.000 potenziali (ovvero costruibili in base all’indice fondiario) − suddivisione in lotti di complessi industriali esistenti con slp superiore a mq. 5.000
Cito solo per completezza che il PRG di Roma redatto con amministrazioni PD, all’art 11, ha un elenco esemplare di a cosa servono i piani attuativi.
Sintesi: PA obbligatori per S di 4.000-19.000mq con indici bassi, e altezze al massimo di 20m. Milano ha motivato i suoi parametri, giunta Pisapia-DeCesaris, che le giunte Sala non hanno modificato, perché la città avrebbe abbastanza standard (!!) quindi non c’è bisogno che i nuovi insediamenti ne prevedano altri …. anche se gli standard non bastano mai, e comunque possono essere monetizzati a vantaggio delle casse comunali che piangono.
Secondo vulnus: poca chiarezza nella distinzione tra ristrutturazione e demolizioni con ricostruzione, senza interpretare attentamente le norme regionali, e senza essersi dati dall’interno i chiarimenti, se ci fossero stati dubbi interpretativi, perché? Perché ora li Terzo vulnus: avere accettato SCIA, oltre i limiti dell’art 19 della 241/1990, e del 380/2001, invece di PA o permessi di costruire, con la motivazione che si trattava di ristrutturazioni, quando a una semplice verifica –non fatta-risultavano nuove importanti edificazioni
Cosa potrebbe fare Milano per cominciare a salvarsi da sola?
Primo provvedimento dovrebbe variare subito le norme del PDR per l’obbligatorietà dei piani attuativi, in modo omogeneo con le normali previsioni degli altri comuni, riducendo la S minima, normando altezze e indici massimi, basta copiare da altre città (che non hanno bisogno di Salva Bergamo, Salva Brescia, …): ci vuole molto? Le nuove norme darebbero una traccia certa ai nuovi insediamenti, che sono potenzialmente tantissimi, dagli scali ferroviari alle aree libere… e una strada per chi ha infranto le regole, per regolarizzarsi senza condonarli (col sospetto che vogliano il condono per non pagare). Variante con tempi relativamente brevi che non richiederebbe Vas.
Secondo provvedimento, con gli uffici chiusi e molti funzionari indagati, che motivatamente non se la sentono di affrontare altre pratiche, nominare commissari ad acta, attingendo dall’albo regionale, che ne ha così tanti che non sono più ammesse nuove iscrizioni, per riaprire gli uffici e riprendere la normale attività, invece di attendere una class cationi di chi ha pratiche regolari bloccate che chiedano il Salva Milano, non per il condono, ma perché aspettano la riapertura degli uffici.
Terzo provvedimento: togliere la possibilità di costruire nei cortili, una dannosa densificazione di aree già dense, proprio solo speculativa, e origine di molte contestazioni (tre dei casi indagati tra i più delicati)
Soluzioni possibili, ce ne saranno certamente altre, da seguire qualunque sia il destino del Salva Milano, anticipando il possibile fallimento, e comunque da adottare se fosse approvato.
Paolo Favole
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