25 febbraio 2025
SALVA MILANO: IN CITTÀ È TUTTO BLOCCATO?
Ma mi faccia il piacere!
Il problema più agitato dai fautori del Salva Milano è il cosiddetto blocco del mercato, cioè le attività imprenditoriali attinenti al settore edilizio a Milano sarebbero ferme. Ma basta girare per le città per vedere tutte le gru in movimento, ma non solo.
Abbiamo l’appello dei soci delle cooperative che nel perdurare di una situazione di incomprensibile stallo chiedono: “Perché i nostri progetti in fase di attuazione, in permessi convenzionati e integralmente rifatti nel rispetto delle inchieste, che hanno edilizia convenzionata ordinaria e agevolata, in proprietà e in affitto, sono fermi da mesi? Non vediamo ragione alcuna.”
Chi li tiene fermi?
Ma anche i costruttori non avrebbero alcun problema a lavorare, avendo stabilito il Comune che tutti i progetti dovranno rispondere alle caratteristiche indicate dalla Magistratura: sarebbero quindi progetti blindati.
Viene da pensare male: non è che qualche imprenditore attende l’approvazione del Salva Milano per poter continuare a pagare oneri ridotti attraverso il meccanismo della ristrutturazione?
Non a caso, ci dice il Sole 24 Ore, in Italia gli studi di avvocati si stanno attrezzando per assistere coloro che hanno realizzato interventi del tutto simili a quelli di Milano, ma che hanno sopportato costi molto superiori a favore dei comuni.
Il Salva Milano, che secondo la legge sarà applicato in tutta Italia, dirà che quelle somme non erano dovute aprendo una voragine finanziaria a danno dell’economia pubblica.
È possibile che nessuno abbia valutato queste cose e analizzato tutto il Salva Milano, che dentro il Comune nessun comitato o organo di tutela ci abbia messo attenzione?
Ma è poi possibile che un Sindaco e una maggioranza di sinistra propongano e sostengano un provvedimento che blocca non solo le inchieste ma anche i processi in corso?
In uno stato di diritto, se si vuole dimostrare di avere ragione ci si batte perché i processi vengano celebrati, non il contrario.
A me pare che si sia imboccata una strada che va diritta contro il muro sostenendo poi che tutti coloro che si oppongono sarebbero male informati o incompetenti.
È possibile che questi elencati di seguito siano tutti incompetenti?
“L’intera Procura di Milano, la Corte dei Conti, il Tribunale Amministrativo, il Tribunale del Riesame, la Guardia di Finanza, i Giudici delle indagini preliminari chiamati a decidere i processi, l’Istituto Nazionale di Urbanistica e la Società Italiana di Urbanistica ( cioè il 95% degli urbanisti), 180 docenti universitari e persone di cultura che hanno firmato l’appello al Parlamento per fermare il Salva Milano, professori di diritto ed ex membri della Corte Costituzionale che dichiarano che questo provvedimento è anticostituzionale, decine di migliaia di ambientalisti comitati e cittadini che in questi mesi si sono mobilitati.”
Tutti, proprio tutti, sono male informati?
Ma l’ultima trovata per convincere i senatori sarebbe quella di dichiarare il Salva Milano una legge transitoria e chiedere con urgenza l’approvazione di una riforma urbanistica nazionale.
Ma voi pensate la meraviglia del Comune di Milano, governato dalla sinistra che propone una legge “Brutta” e però chiede al Parlamento governato dalla destra di approvarla ma di fare subito una legge “Bella “che corregga quella brutta.
Siamo nella repubblica di Campanellino.
È molto grave quello che sta succedendo, la sinistra si è sempre battuta contro i condoni e mai si è sognata di chiedere un provvedimento per bloccare i processi.
Buttare così alle ortiche la nostra cultura di difesa dell’ambiente e della legalità sarebbe più che diabolico.
Venga ritirato il provvedimento, i problemi dell’urbanistica della nostra città si risolvono a Milano con gli strumenti che abbiamo a disposizione.
Certo non si può fare un nuovo PGT e parlare del futuro seduti sul macigno del Salva Milano, nessuno ci prenderebbe sul serio.
Come facciamo a parlare di urbanistica e partecipazione se questi due concetti li abbiamo appena distrutti?
Carlo Monguzzi
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