11 febbraio 2025

CHE RUOLO HA LA MUSICA NELLE NOSTRE CONVERSAZIONI?

Scorcio sulla musica da camera


Copia di Progetto senza titolo

Già in età romana gli uomini si riunivano per discorrere di cultura, arte e politica. Ad esempio sotto Augusto, il politico Mecenate istituisce un circolo di poeti ed intellettuali sostenendo personalità come Orazio, Properzio e Virgilio. Questa consuetudine rimane anche nel mondo medievale e rinascimentale, prevalentemente scopo di intrattenimento per la nobiltà, nei monasteri e nelle ville, specialmente nel fiorentino con i Medici.

La vera esplosione di questa pratica però avviene in periodo illuminista. L’Europa della seconda metà del 700 è quindi una fucina di nuove idee, dagli enciclopedisti francesi alle proposte di Beccaria, da Montesquieu a Parini.Il più celebre della nostra città è certamente il salotto di dei fratelli Verri, che dal 1764 al 1766 pubblicano “Il Caffè”, una rivista che tratta di “cose varie, cose disparatissime, cose inedite, cose fatte da diversi autori, un po’ come il nostro Arcipelago, “cose tutte dirette alla pubblica utilità”.

L’espressione “discorso da salotto” ha purtroppo assunto una connotazione negativa a causa del progressivo inserimento del pettegolezzo e della polemica sterile. Dovere di tutti è quindi riflettere su quanto si sta per dire o fare, specialmente di questi tempi.

Ma cosa c’entra la musica con tutto questo? 

È difficile pensare che incontri di tale importanza culturale e sociale fossero mancanti di quest’arte.

Sin dal simposio greco abbiamo testimonianza di come il discorrere sia agevolato, anche a seconda degli argomenti, più o meno impegnati, dalla presenza della musica. Nel corso dei secoli nascerà quindi un genere musicale specifico che prenderà il nome di “musica da camera” o “musica da salotto”

Più vicino a noi: “La musica in casa e la musica in salotto sono due manifestazioni tipiche della cultura musicale dell’Ottocento. Per il ceto borghese la musica rappresenta un’occasione di affermazione sociale, non solo nell’ambito del concerto pubblico, ma anche in quello della prassi musicale privata. Nel corso del secolo cresce dunque il numero dei dilettanti, mentre il pianoforte diventa arredo indispensabile del salotto borghese”.   ( Umberto Eco) 

Il 10 febbraio nella sala “Verdi” del Conservatorio di Milano si è tenuto un concerto di “Serate Musicali”, un’associazione culturale per la divulgazione della musica da camera. Ha suonato il quintetto a fiati dell’ Accademia Nazionale di Santa Cecilia e della Tonhalle Orchester di Zurigo.

Andrea Oliva, flauto
Francesco Di Rosa, oboe
Calogero Palermo, clarinetto
Guglielmo Pellarin, corno
Andrea Zucco, fagotto
Emilio Aversano, pianoforte

PROGRAMMA:
Beethoven: da “I 5 brani per orologio meccanico”, adagio, allegro
Mozart: Quintetto in mib maggiore k452
Briccialdi: Fantasia su “Il barbiere di Siviglia” di Rossini
Bizet/Holcombe: Carmen Suite
Gershwin/Holcombe: Suite da “Porgy and Bess”

Come bis il celebre valzer di G. Verdi usato anche nel Gattopardo di L. Visconti.

Un concerto veramente gradevole e divertente, con degli esecutori testimoni viventi dell’eccellenza tecnica ed espressiva del nostro tempo.

Il programma, studiato per fornire un assaggio di quasi tutte le epoche di sviluppo di questo tipo di musica, è stato in grado di incuriosire il pubblico, meno abituato a queste formazioni. 

Lo stesso Andrea Oliva lo ha definito“Concerto leggero ed impegnato allo stesso tempo”

Anche se il salotto non esiste quasi più, tutt’oggi sopravvive grazie a Dio la sua musica, e le persone continuano a vederla come un’occasione per stare bene e passare momenti di socialità e scambio culturale.


Jacopo Enrico Scipioni

 

 



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