11 febbraio 2025

L’ANNO CHE VERRÀ

Sarà il seguito di quello che lo precede?


beltrami3 (9)

Se potessimo muoverci nel tempo con la mitica auto attrezzata del “Doc “Emmett Brown e il suo fido Copernico (il cane in Back to the Future), probabilmente in molti torneremmo volentieri a prima delle elezioni del 2015, quando Sala vinse per un pugno di voti su Parisi. Avremmo forse votato diversamente?

Pisapia non volle ricandidarsi e il testimone della sx dioclezianea / renziana passò di mano in una euforica serata al teatro Elfo. Ecco cosa si scriveva:  La serata comincia con tutta la giunta schierata sul palco e una foto di gruppo, mentre su uno striscione si legge: “Beppe e Giuliano insieme per Milano”. In platea, una coreografia con gli spettatori sollevano sopra la testa cartelloni con i colori della campagna elettorale accompagnati dalle note di “Buon Viaggio” di Cesare Cremonini. Il primo a prendere la parola fu il sindaco Pisapia, che disse di essere già pronto a passare il testimone a Sala “anche se lui è velocissimo” commentò.

Sala rivolgendosi a Pisapia: “Tu hai rappresentato, rappresenti e continuerai a rappresentare tanto per questa città: sei il simbolo di una Milano che ha superato una lunga stagione di destra, per tornare finalmente a essere la capitale morale del nostro Paese”. E alla destra:  ‘Ruspa’ è diventato il grido di chi non sa tollerare, dimenticando la nostra storia, fornendo scorciatoie e non soluzioni. Farò tutto quello che potrò per far proseguire la stagione del centrosinistra a Milano”.

Che belle parole, che serata! Abbiamo letto bene: La capitale morale del nostro Paese. 

Ci furono diversi dibattiti in seno alla sx, ma fu Majorino a scagliare la prima pietra di scetticismo che poi pagherà con esclusione di lì a qualche anno con un passaggio a Eurodeputato. Majorino mise subito in chiaro che per lui le primarie erano un dogma. Disse, svelando un mal di pancia quasi da olio di ricino soviet: se Sala vuole fare il candidato dovrà affrontarle “senza dettare le condizioni, ma accettando le regole che ci daremo assieme e poi confrontandosi con gli altri candidati sull’idea di città futura”. L’assessore fa scattare l’applauso più grande quando sottolinea: “Io non farò mai parte di un’alleanza di cui fa parte un amico di Roberto Formigoni, quello è un modo per uccidere l’entusiasmo di Milano”. E l’applauso riparte quando spiega che lui non ci sta ad appoggiare “qualcuno che vuole portare a Milano l’alleanza con il centrodestra che tiene in piedi il governo”

Scriveva Paolo Hutter sul FQ:

Elezioni Milano, perché essere contrari a Sala

Sembra che l’eventuale candidatura di Giuseppe Sala a sindaco di Milano abbia provocato più contrarietà che entusiasmo nella vasta e multiforme area che dovrebbe sostenerlo – quella che fa riferimento ai promotori delle primarie, la ex-coalizione Pisapia – e quindi Sala potrebbe prevalere solo stravolgendo i connotati della svolta arancione del 2011. Cioè potrebbe prevalere – perché forte innegabilmente lo è – solo cambiando la base elettorale, perdendo la sinistra politicizzata, e acquisendo elettori trasversali tra centristi e “qualunquisti” vari. A me ciò sembra inaccettabile e incompatibile nei confronti di qualunque tipo di centro-sinistra, e inquietante anche rispetto all’attuale “renzocentrismo” del Pd.

Sala candidato sindaco significa solo ed esclusivamente il manager di Expo. Delle code, del successo in termini nazional popolari e consumisti della manifestazione. Prima di allora Sala era solo stato un direttore comunale (della Moratti) proveniente dalla industria privata. Può darsi che nel suo cuore il Pd fosse “il suo riferimento”, come  ha detto in questi giorni, ma da Palazzo Marino non risulta che se ne sia andato sbattendo la porta, bensì indicato concordemente da Moratti e Formigoni come responsabile di Expo. Poi confermato dai governi e dalla giunta Pisapia. Cosa c’entra Sala col centro-sinistra, con uno schieramento che dovrebbe essere alternativo ai valori e alla storia del centrodestra? Nulla. È un manager che deve la sua fama attuale a una nomina bipartisan in un ruolo che avrebbe dovuto essere politicamente neutrale.

Poi si arrivò alle comunali del 2021 in cui Sala ottenne il secondo mandato con: 277.478  e vinse con il 57,7%  sul 47,6% di votanti. Si direbbe che abbia preso il 57,7% su 47,6% di voti, dunque la metà di una metà. Questo sarebbe l’uomo votato dai milanesi grazie a una coalizione dominata dalle formazioni green.

 La campagna elettorale fu totalmente improntata sul tema dell’ecologia, grazie alla quale Sala avvicinò una costellazione di formazioni giovanili e politica, in cui convergono le tante anime di una Milano che va dai Centri Sociali ai movimenti studenteschi fino ai grandi contestatori post 68 rimasti intrappolati nella retorica della contestazione e logica antifascista, ma anche delle tante ideologie riciclate di una città del futuro idealizzata. 

Così si parla di piste ciclabili dopo la bocciatura della riapertura dei Navigli, di biciclette, di zone 30 all’ora, di meno cemento, di più verde, di area B, di riduzione dello smog con i tagli al riscaldamento e la rottamazione delle auto considerate inquinanti, di spazio alle comunità fluide, ma soprattutto evitando di parlare delle questioni milanesi come San Siro; delle riqualificazioni in cui si sviluppano volumetrie in verticale con un semplice permesso a costruire se non si aumenta l’occupazione del suolo; degli Scali Ferroviari oggetto di una incredibile operazione di una superficie impressionante della Città in cui il Comune di Milano non s’intromette; della revisione dei contratti di gestione di AMSA e delle manutenzioni delle strade e altro ancora, dulcis in fundo: il passaggio a una gestione di Fondi del patrimonio immobiliare comunale o per meglio dire, i palazzi popolari ex Aler oggi gestiti da MM :

Milano, 15 gennaio 2024 – Il Comune di Milano e Invimit SGR, società partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, sigleranno un documento d’intenti allo scopo di effettuare le valutazioni circa la fattibilità e la convenienza di un progetto dedicato alla valorizzazione del patrimonio residenziale di proprietà del Comune. La Giunta comunale ha approvato le linee guida che porteranno alla firma

Si dichiara:

È ipotizzabile che in questa fase possano essere avviate ricognizioni di mercato per valutare l’acquisizione di nuovi edifici per ampliare l’offerta residenziale. Il fondo avrà tra le sue funzioni principali quelle di riqualificare e ammodernare il patrimonio comunale, incrementando, allo stesso tempo, l’offerta abitativa con l’obiettivo di passare dalle attuali 22.000 case popolari utilizzate e 6.000 sfitte a 25.000 alloggi popolari utilizzati e 10.000 case da destinare a progetti di affordable housing per studenti, studentesse, lavoratrici e lavoratori.

Negli intenti della Giunta vi è la volontà di procedere in chiave progressiva, con un eventuale conferimento iniziale di una porzione di patrimonio, volta a verificare l’efficacia del nuovo strumento per incrementare ed ammodernare l’offerta abitativa popolare e in affordable housing.

Questa operazione apparentemente con intenti social e di gestione oculata del patrimonio comunale, cela la reale finalità che è quella di disincentivare i residenti a basso reddito, attualmente locati in palazzi popolari di particolare rilievo a livello di posizione, come il palazzi MM che guardano il Bosco Verticale ad Isola, con la finalità di svuotare, demolire e ricostruire la dove i valori al mq sono elevati e dunque con l’obiettivo di capitalizzare l’investimento e alzare l’asticella in tema di gentrificazione, sulla quale si appoggia la riqualificazione del quartiere Isola oggi meglio nota come zona Garibaldi. Con questa operazione si conferma la tendenza a fare di Milano una formidabile incubatrice di investimenti dalle cifre impressionanti, interamente ad appannaggio di gruppi d’investimento arabi o americani. Altro che social using.

Ma questa è la Milano di oggi, in attesa delle Olimpiadi Invernali e riscopertasi antifascista ma anche un po’ antisemita e pro Palestina, Hamas compreso. Olimpiadi che hanno dato luogo alla riqualificazione della zona sud di Milano, della quale resteranno le costruzioni soviet degli alloggi per gli atleti e soprattutto l’enorme e iconico Palasport e altri spazi di pertinenza. Cosi il 2026, sarebbe il momento della fine del decennio di gestione Sala, in cui si sono visti gli esiti delle scelte di noi milanesi, per lo più attenti a non dare spazi alle destre, per cui su base ideologica e insieme ai tanti non votanti abbiamo lasciato Milano nelle mani della Finanza speculativa attraverso il Real Estate e dell’idea di redditività di ogni centimetro utilizzabile per costruire con un programma green che ha portato solo grandi perplessità sull’impianto di base sul quale sono state fatte operazioni spesso evidentemente critiche o completamente sbagliate, solo per fare contenta la zona verde del pensiero meneghino.

Purtroppo, si parla di terzo mandato e di un decreto “Salva Milano”, sul quale Sala ha fatto già diversi interventi di ordine politico, attaccando il suo partito di riferimento e con il chiaro intento di minacciare le dimissioni nottetempo se non vengono accolte le sue equazioni finanziarie sulle quali ha basato il suo teorema. Si rivela dunque l’uomo, quell’uomo con il quale abbiamo creduto davvero di far rinascere una città del buon senso basata sulla primaria volontà di fare stare meglio i cittadini e i tanti lavoratori che vengono da fuori con stipendi statali, guardando agli studenti fuori sede, ai precariati, alle forme di lavoro temporaneo che necessitano di persone che devono vivere a Milano. Se si dimettesse cosa mai potrebbe succedere di peggio? 

Speriamo che il 2026 sia un’ottima annata con un nuovo Sindaco che sappia restituire l’anima bella alla nostra Città.

Gianluca Gennai



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