28 gennaio 2025

PERCHÉ QUESTE USCITE SGANGHERATE E MESCHINE DEL MARCHESE?

Fin quando si abuserà della nostra pazienza?


beltrami3 (6)

Il marchese si lancia, anche non richiesto, perché non voleva che la scena fosse solo di  Gentiloni e di Ruffini. Lui è il marchese Sala del Grillo, che “da quando ha fatto politica, si è sentito profondamente ed esclusivamente politico” (l’ha detta proprio così). Vuole apparire, tenere la scena e spargere il suo verbo, di cui possiamo fare tutti a meno.

In mezzo a tante banalità,  perfidamente, sulle vicende edilizie, tira in ballo l’assessore Maran: una vigliaccata, visto che comunque, decideva tutto il marchese Sala del Grillo, ma come al solito lui non c’entra niente. Invece di assumersi le sue responsabilità, tira in ballo sempre i predecessori o i suoi assessori. “Mi chiedo se a parlare sia il PD che esprime l’assessore o sia il PD che critica”. Un ricatto politico esplicito e cattivo.

Fa il carino con la Schlein e nel contempo attacca il PD anche sulle primarie, che il PD usa come optional, a suo dire. Si scrive, su qualche giornale,  che la Schlein teme un colpo di testa del marchese e quindi sarebbe intenzionata a far votare il “Salva Sala” per evitare le dimissioni del marchese, che le ha minacciate pubblicamente.

Ma questo significa anche che il PD  teme che,  se si andasse al voto  anticipato,  il Pd non vincerebbe le elezioni di Palazzo Marino. E non viene il dubbio che la gestione del marchese è considerata dalla maggioranza dei milanesi un disastro? Vi è un corto circuito: Sala si dimette perché non passa un provvedimento di legge e a quel punto gli elettori voterebbero contro il PD perché non ha approvato la legge? O votano contro il PD perché il PD ha sostenuto il marchese, che ha voluto una legge sbagliata?

Comunque la si metta, il PD, grazie al marchese, si è messo in un angolo poiché a questo punto il destra-centro potrebbe non votare la legge per scoprire il bluff del marchese oppure votare la legge per dimostrare che Milano si può governare solo con il centrodestra che realizza una legge voluta dal PD e che il PD non è stato in grado di votare o che ha votato per non far dimettere il marchese.

In tutto questo, per aiutare il marchese – che ha voluto la legge perché lui non c’entra niente, ma da bravo padre di famiglia si preoccupa dei funzionari e dirigenti comunali indagati –  ad uscire dalle inchieste giudiziarie e contabili su pratiche edilizie illecite e sugli abusi edilizi,  il PD sconfessa la sua linea storica contro i condoni  e mette il partito locale e nazionale   in un angolo, alla mercé del destra-centro, e con la contrarietà di Sinistra, Verdi e 5Stelle. Per di più, il PD per accontentare il marchese va contro la Procura contabile e penale, con il doppio risultato di apparire inaffidabile sui contenuti, sulla concezione  della legalità e si macchia di un condono che proietta i suoi nefandi risultati anche sul futuro dei paesi e delle città italiane.

E il PD si imbarca in questa operazione suicida, sapendo con quasi certezza che questa legge si infrangerà nei ricorsi e negli scogli della costituzionalità. Con il grande risultato, che invece di sbloccare la situazione edilizia a Milano, la complica e la prolunga nel tempo, per di più con un braccio di ferro con la Procura, con il Gip, con il Tribunale del Riesame e con la stessa Corte di Cassazione e con la Corte dei Conti.

Ma ci sono altre due cose che colpiscono: l’autocandidatura per il terzo mandato (perché solo il terzo mandato e non il quarto, il quinto, ecc?) e intanto, se prevale  l’antistorica posizione del Pd, come l’ha definita  il marchese,  eventualmente punta a fare  il “governatore” perché lui sa interpretare il Nord (sic!).

Perché tutto questo “newspeak” come direbbe Orwell, questo politichese? Vuole tenere la scena prima che gli arrivino le tegole e quindi costruirsi la patente di “vittima”? Perché dunque? Il marchese non poteva non sapere che il PD è contro il terzo mandato. Eppure si è lanciato a sostenere la posizione della Lega. Ricostruiamo un attimo: il PD è contro il terzo mandato, a costo di rompere con De Luca in Campania (69% dei voti nelle regionali del 2020); la Lega è per il terzo mandato, e sostiene Luca Zaia, forte di un consenso del 77% dei veneti alle ultime elezioni regionali 2020. Quindi come per il “Salva Sala”, anche sul terzo mandato, il marchese  va contro il PD (da sempre contrario ai condoni e al terzo mandato)  e fa un assist  alla Lega.

E perché nel contempo si è autocandidato?  Per il suo ego? Forse perché pensa che a furor di popolo gli sarà richiesto di andare avanti, perché nessuno dei suoi yes-men e yes-women  deve avergli detto che non lo vuole più nessuno?

Forse perché vuole che il PD gli offra un posto, cosa che non ha ottenuto nel 2020-2021?  In un delirio di narcisismo, ci aveva rotto l’anima per alcuni mesi con il dubbio angoscioso “mi candido o non mi candido?” che ha spinto  i milanesi a mandarlo a vaffancuore e a disertare le urne.

Forse perché vuole alzare il prezzo della sua uscita di scena? Forse per far capire che lui è pronto a tutto, se il PD non vota il “Salva Sala”? Mossa molto azzardata, visto che ormai il marchese nello scenario politico nazionale conta come il due a briscola.

O forse è per il suo narcisismo di apparire tutti i giorni sui giornali e sulle tv?  Ed è forse quest’ultima la ragione di uscite sbagliate, nei tempi e nei contenuti.

Del resto, lui si è scelto dei “consiglieri”  che lo hanno portato a non azzeccarne una. In piena pandemia, con tutti problemi anche tragici del periodo,  se ne esce con un libro sul socialismo del XXI secolo  (Einaudi editore: “Beppe Sala presenta qui un testo terso di cultura e proposta politica. Interpretando i temi che caratterizzano un’autentica visione globale, propone la struttura di una nuova forma per il socialismo del XXI secolo e affronta i nodi storici che determinano la vicenda internazionale e italiana”): una follia!

Mentre c’era in ballo la scelta del candidato per le elezioni amministrative del 2020-2021,  è andato dal suo amico Beppe Grillo a proporsi come amministratore delegato di   reti Tim-Enel: niente.

Poi si era presentano come possibile leader dei Verdi Europei: nessuno gli ha prestato attenzione.  Poi si è proposto in team con Luigi di Maio, uscito  dalle 5 stelle: fallimento elettorale.

Poi si è lanciato in un fantomatico “partito dei sindaci”: boh! Ha aspirato anche a fare il presidente della Associazione nazionale dei Comuni Italiani ma nessuno l’ha preso in considerazione, neanche il PD.

Poi si è presentato – si è promosso da sé medesimo – come federatore della sinistra, del campo larghissimo e tutti hanno scansato il pericolo.

Poi si è proposto – sempre da sé medesimo – come federatore del centro –  entità a mezzo della geometria e della metafisica – e si è preso gli sberleffi di tutti.

Con la politica non ci sa fare e abbiamo anche sperimentato che non sa fare il Sindaco. Lui non c’entra mai niente tranne quando c’è da dare  retta ai privati, ai fondi immobiliari, bancari, assicurativi. Se poi sono fondi finanziari, con “quel tipo di azionisti”  lui è pronto a fare di tutto perché ”l’interesse pubblico deve fare i conti con la sostenibilità economica di chi è proprietario delle due squadre milanesi: La realtà fattuale è che Inter e Milan sono interessate ad acquistare lo Stadio e le aree circostanti per costruire un nuovo stadio con un distretto commerciale sportivo che lo circondi e renda economicamente sostenibile il progetto”. In nessuna parte del mondo i fondi finanziari americani trovano uno così disponibile, si direbbe un tappetino.  

È il sindaco più disprezzato del dopoguerra e  addirittura molti di quelli che lo hanno votato si sono pentiti. Fra l’altro il narcisismo del marchese Sala del Grillo porta con sé una accentuata sensibilità alle critiche,  che sono prese tutte come fatti personali, che ledono l’autostima e il suo senso di superiorità, il che  lo   porta a reazioni aggressive e rabbiose verso i consiglieri comunali, il che sconfina nel disprezzo del ruolo del Consiglio comunale stesso.  O verso i critici delle sue “indiscutibili” decisioni.

Forse al marchese Sala del Grillo l’unica cosa che gli rimane da fare e che potrebbe davvero fare è dimettersi, uscire di scena e questo farebbe bene a lui, al PD e soprattutto alla città. Ma il marchese oltre a voler a tutti costi compiere la missione impossibile di demolire il Meazza e di vendere a prezzo stracciato il patrimonio comunale, preferisce essere cacciato. Se va via da solo ha l’onore delle armi, quello che si riserva a chi non ha fatto bene ma ha concluso con dignità; se invece va via per cause di forza maggiore o sbattendo la porta, si porta dietro un sospiro di liberazione dei cittadini milanesi che da tempo non sopportano la sua manifesta incapacità di amare Milano e i milanesi.

A lui interessano i turisti (quelli ricchi in particolare) e i fondi immobiliari, bancari, assicurativi e finanziari. E forse il suo futuro è lì.

Luigi Corbani



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  1. Annalisa FerrarioPer motivi immagino di tempi, manca l' ultima uscita di oggi del nostro: al Senato, per sostenere il salvamilano, il suo argomento è stato che i dirigenti comunali non hanno avuto nessun vantaggio ad applicare in modo distorto le norme. A parte il fatto che non è vero, perché sono stati promossi ad alte cariche e a lauti stipendi proprio per firmare quelle porcate, ma anche se fosse? Se sbagli ad applicare la legge senza guadagnarci nulla, tutta Italia si deve adeguare? Ma che argomento è?!?
    28 gennaio 2025 • 23:31Rispondi
    • Chiara VogliattoI due dirigenti ora in pensione che Sala vuole difendere non hanno mai avuto fama di particolari capacità tecniche o amministrative, ma piuttosto politiche. Il primo, manager di Esselunga al tempo della nomina da parte di Sala, era stato precedentemente dirigente a Milano a seguito di un concorso-farsa ai tempi del vicesindaco Intiglietta (noto esponente di Comunione e Liberazione). Sì, perché è sempre stato il referente di CL in Comune ai tempi di Lupi e di Masseroli; perché Sala abbia voluto richiamarlo non è chiaro (forse gli stessi per cui ha nominato assessore Bardelli, socio della De Cesaris e anche lui ciellino). Il secondo invece deve la sua nomina a esponenti del PD di Rozzano; entrambi non sono certo famosi per la loro conoscenza delle leggi urbanistiche (che forse non hanno mai letto). Che adesso il Parlamento debba sottoscrivere le loro erronee interpretazioni per salvargli il sedere... capisco lo voglia fare Sala, ma il PD che interesse ha? Certo non credo alla favola di un PD puro e incorrotto, ma esistono dei limiti. Comunque in questo Sala ha ragione: c'è anche una questione politica. C'è una chiara continuità urbanistica Lupi-Masseroli-De Cesaris-Maran che ha bellamente ignorato le volontà di cambiamento espresse dall'elettorato e che il Salvamilano vorrebbe rinsaldare. Sala fa quello "di sinistra" su questioni irrilevanti tipo il fumo in strada o sul fatto di non fare i parcheggi, tutta roba che non costa niente; quando si tratta di soldi veri, tipo gli indici edificatori o l'edilizia popolare, improvvisamente cala la maschera e ritorna super di destra. Quindi sì, c'è anche una questione politica, per cui si spera che quella roba non venga approvata (perlomeno non in quella forma)
      1 febbraio 2025 • 12:34
    • Annalisa FerrarioIl secondo dirigente invece è quello che per vent'anni, in spregio alle leggi, non ha aggiornato i valori di monetizzazione facendo perdere al Comune centinaia di milioni di euro. Adesso Sala vorrebbe che tutti si dannassero l'anima per "salvarlo". Auguri...
      2 febbraio 2025 • 08:11
    • Pietro VismaraQuesta insistenza di Sala nel voler salvare a tutti i costi e prima possibile i suoi dirigenti inizia a diventarmi sospetta. Va be' che è un buon padre di famiglia, ma non è che magari lo stanno ricattando? Che lo minacciano di rivelare chissà che? Spero non sia così, ma il dubbio viene.
      2 febbraio 2025 • 18:30
  2. Fausto BagnatoÈ evidente a tutti, che il futuro dell'ex City Manager è nella finanza speculativa. Fate un accesso agli atti in Regione Lombardia per visionare il Curriculum presentato per essere assunto in Regione Lombardia. E divertitevi a fare un accesso agli atti di Palazzo Marino e leggere il Curriculum presentato per infiltrarsi a Palazzo Marino.
    29 gennaio 2025 • 14:07Rispondi
  3. Gianluca GennaiQuello che mi chiedo fin dal 2015 ( quando votai Parisi) è come abbia fatto la sinistra a votare e continuare a sostenerlo come Sindaco, un personaggio che ha fatto il manager in Nomura, la banca delle banche, ben inserito in ambienti dell'alta finanza non come partner ma come pretoriano che fu dei Pirelli. Capisco il volerlo come esperto di Economia e Finanza in un ufficio comunale (se pur io non lo stimi anche in questo suo frangente per contatti pregressi di livello professionale ai tempi di Telecom), ma la sua abilità di affabulatore resta un insodabile e palese lato pirandelliano di un uomo che ha saputo muoversi con destrezza e continuerà a farlo, riuscendo a dire tutto e negando tutto fino al grottesco dove il lato grottesco della vicenda milanese siamo noi cittadini che lo abbiamo sostenuto negli anni votandolo o non andando a votargli contro. Finalmente siamo arrivati all'epilogo. O no? La paura è che se riuscisse a strappare la terza candidatura, alcuni milanesi ( quelli che hanno in mano i media e che hanno convergenze con il Real Estate di altissimo livello di dominio), potrebbero confermarlo per il terzo mandato e lui sarebbe capace di andare a prendere i voti persino dai maranza pur di sostenere il suo alter e lo scranno per avere il tempo di erigere il suo obelisco, magari davanti al futuribile BEIC ( a proposito, anche qui siamo avanti con la Magistratura).
    29 gennaio 2025 • 19:47Rispondi
    • Pietro VismaraEh, la tentazione di votare Parisi è stata forte. Ma poi non ne ho avuto il coraggio, e ancora me ne pento...
      29 gennaio 2025 • 21:11
  4. Pietro VismaraVedo che Sala si è rifiutato di rispondere a una senatrice del M5S perché l' ha giudicata troppo impreparata sull'argomento. Senti chi parla!!! Davvero non c'è limite all' improntitudine di quest'uomo
    30 gennaio 2025 • 08:32Rispondi
    • Andrea VitaliOggi il nostro ha dichiarato anche che "è solo una triste vicenda politica", e che la legge che impone i 25 metri di altezza oltre i quali bisogna fare il piano attuativo "è del 1942" ma che Milano è "avanti". Peccato che la legge in questione sia del 1967 e quindi se non la si applicasse più si TORNEREBBE INDIETRO al 1942, non si andrebbe AVANTI. E lui si spaccia per competente... Ma se non sa neanche una cosa elementare come questa, a quali tecnici si affida? Ah già, saranno i solito servi fedeli nominati da lui, non gente che conosce davvero la materia. E' davvero bollito, quand'è che gli mettono la mordacchia?
      30 gennaio 2025 • 19:33
    • Andrea VitaliL' ultima scemenza detta da Sala è che "abbiamo deciso che gli edifici sviluppati in orizzontale potessero essere sviluppati invece in verticale". Sì, dimenticandosi anche che c'è il cambio d'uso (più abitanti, più domanda di servizi). E che gli edifici alti gettano ombra e riducono le viste a quelli di fianco. E che gli spazi che si liberano al suolo sono privati (e a parcheggio in sottosuolo, quindi neanche aiutano la naturalità). Serve quindi solo a fare soldi a chi aveva un edificio obsoleto, che invece di seguire le regole generali, può diventare un grattacielo. A che pro? (tranne che per i proprietari, ovviamente)
      1 febbraio 2025 • 20:58
  5. elisabettaDai, che oggi il Corriere pubblica una lunga intervista a Piero Borghini. "Quella di oggi è una farsa". Avete capito, cari di Arcipelago e caro Corbani? E' una farsa! E aggiunge senza vergogna: "Sala dovrebbe chiedere aiuto alla società civile....."; "i comuni sono tutti con lui"; "perchè c'è questa ostilità nei confronti di Sala?"; "dovrebbe rivolgersi alle Università...." etc etc. Gli sfugge che le "università" si sono già espresse. E che le torri nei cortili hanno prezzi - ambientali, economici, etc - insostenibili per questa Milano da incubo.
    3 febbraio 2025 • 08:44Rispondi
    • Pietro VismaraBeato Borghini che conosce l' opinione di "tutti i Comuni". È ovvio però che tutti i governanti, di destra e di sinistra, preferiscono avere le mani libere e non dover rispondere a fastidiosi obblighi di legge. Bisognerebbe però sapere anche cosa ne pensano i cittadini, che da quelle leggi si sentono tutelati. È come per l' abuso d'ufficio: tutti i governanti (di destra e di sinistra) lo temono e preferiscono che il reato scompaia; sono invece i governati (ovvero quelli che subiscono l' abuso) a preferirei che il reato resti. Punti di vista...
      4 febbraio 2025 • 13:58
  6. valentino ballabioPer la storia: se il sindaco Pillitteri ha rappresentato l'ultimo atto della tragedia di "mani pulite", il sindaco Borghini ha recitato la farsa finale del ciclo craxiano-migliorista della della fu Milano-da-bere!
    4 febbraio 2025 • 19:00Rispondi
  7. Gianluca GennaiNessuno di noi si è accorto di quanto stesse facendo Sala passo dopo passo, audace e appoggiato dagli Stati Alti, e solo da poco tempo si ha una consapevolezza che si distingue dalla presa di conscienza che porterebbe a chiederne le dimissioni. Soprattutto perchè non ha dato seguito a quanto promesso al popolino convinto a suon di slogan e visioni di una Milano "a la page". Ma questo presuppone l'accettazione di un periodo incerto, di una transizione che molti vedrebbero come un possibile ritorno della destra delle camicie nere, non sicuri di una democrazia raggiunta, a tal punto che,sotto la bandiera del Beppe per tutti, abbiamo risvegliato i partigiani i quali distraggono dalla vera natura di questa sinistra che; viva dio, non c'è, è un'illusione nostalgica che si compatta nel sogno di una rivoluzione di ottobre milanese pur sapendo che non sarebbe Lenin a guidarla ma Beppe Stalin che oggi ha ricevuto l'ok per il salva Beppe al senato da parte di quel PD spostato su posizioni di contestazione sterile, assente di proposizioni vere di sinistra e impegnato come a Milano, solo nell'ostacolare la destra, guidati da una Schlein non certo bolscevica, forse neanche progressista ma radical chic quel tanto che basta.
    7 febbraio 2025 • 19:06Rispondi
    • Annalisa FerrarioQuesta (dell'accordo in Senato) è davvero una pessima notizia (ancorché attesa da tempo). Vista la pessima qualità degli ultimi testi normativi ("Salvamilano" compreso), pensare che in sei mesi questo Parlamento possa produrre un testo organico e dignitoso o è insipienza o malafede. Temo che invece sarà occasione per spazzare via gli ultimi aspetti della normativa urbanistica nazionale che ancora danno fastidio, Anci e Inu nella posizione degli utili idioti (e mi immagino già gli alti lai che si leveranno quando si renderanno conto che le oneste intenzioni sono state "tradire", capirlo prima quello mai). Resta da capire la posizione del PD: ci è o ci fa? Sono talmente idioti e ignoranti da pensare che sia davvero una buona idea, o fingono di esserlo perché sono segretamente conniventi? Personalmente propendo fra un misto delle due cose (la sola idiozia non è una spiegazione sufficiente). Cosa si potrebbe fare invece? Visto che oramai l' idea di tornare alla Camera per l' approvazione definitiva sembra sdoganata, qualche correzione all' orrido testo non sarebbe male. Anche piccola. Giusto per rispetto della lingua italiana e del buon senso. Saluti
      8 febbraio 2025 • 12:33
    • Andrea VitaliQuesta storia del "Salvamilano" ricorda un po' quella dell'atrazina (ricordate?). Non vengono rispettati i parametri di legge? (si trattava di una sostanza cancerogena). Basta cambiare i parametri di legge e, voilà il problema è risolto. Il Comune di Milano non rispetta le leggi? Basta cambiarle, con valore retroattivo. Facile, no?
      9 febbraio 2025 • 09:19
  8. Giuseppe VastaQui a mio parere servirebbe l'ispettore Ginko: che strappi la maschera a Sala, scoprendo che sotto in realtà c'è Albertini (che ha superato così l'ostacolo del mandato plurimo). E' una possibile spiegazione
    26 febbraio 2025 • 10:33Rispondi
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