3 dicembre 2024

DA MARTINA FRANCA A MILANO, E RITORNO

Omaggio di Leo Muscato a Paolo Grassi


Copia di beltrami3 (16)

É passato più di un secolo da quando Raimondo Grassi, padre di Paolo, lasciò Martina Franca per cercare lavoro a Milano, dove si andava come si va alla Mecca, per rendere tributo a una città d’eccezione, come scrisse Eugenio Montale in un elzeviro per il “Corriere”. 

Nato a Milano, Paolo iniziò a frequentare fin da bambino il teatro, stimolato anche dalla passione della madre Ines per la musica lirica e la letteratura, e coltivò fin dal primo dopoguerra l’idea di un teatro pubblico, stabile e municipale. Grazie alle brillanti capacità organizzative e manageriali, in quarant’anni di palcoscenico Paolo Grassi riuscì a realizzare il suo progetto di operatore culturale con finalità etico sociali.

Ma quello con Martina Franca per la famiglia Grassi non fu mai un addio e il legame con quell’angolo di Puglia strinse indissolubilmente a sé per la vita anche Paolo, il «milanese di Martina», che per la Valle d’Itria ebbe un’intuizione straordinaria e ideò il brevetto geniale del Festival. 

Fu Paolo Grassi, infatti, l’ispiratore delle due scelte chiave di questa innovativa manifestazione estiva, dedicata all’opera e alla musica vocale dall’epoca d’oro del grande periodo barocco: dare spazio ai giovani talenti e proporre opere inedite e perlopiù sconosciute dal Settecento all’Ottocento.

Secondo tutti i protagonisti proprio la passione di Paolo “ha plasmato l’essenza del Festival” e senza le sue mediazioni questa grande epopea non avrebbe avuto inizio e molti sogni sarebbero rimasti irrealizzati. 

Con la proiezione presso il Piccolo Teatro Grassi del docufilm “L’Utopia della valle: cinquant’anni di Festival della Valle d’Itriasi è chiuso un cerchio e i milanesi hanno potuto vivere l’atmosfera del Festival attraverso la lente affettiva e sapiente del regista Leo Muscato, originario di Martina Franca. Leo ha vissuto anno dopo anno in prima persona l’avventura del Festival, che ne ha ispirato le scelte artistiche e orientato la carriera.

Il Festival della Valle d’Itria di Martina Franca è stato infatti un grande lavoro di squadra, di direttori, musicologi, artisti e maestranze, che proprio grazie alla passione e alla capacità attrattiva di un’intera città è riuscito a affermarsi nel panorama italiano e internazionale del Belcanto e ha permesso di riscoprire e valorizzare importanti inediti in edizione originale integrale. 

Questo Festival controcorrente, che è sempre rimasto fedele alla scelta originaria di non mettere in scena opere e artisti mainstream, continua a essere anche un laboratorio di ricerca di voci moderne capaci di calarsi nelle parti scritte per i protagonisti dei secoli passati. Un contribuito concreto anche al riconoscimento nel 2023 da parte del Comitato Intergovernativo dell’UNESCO dell’arte del canto lirico italiano nel Patrimonio immateriale dell’ Umanità

Come afferma lo scrittore Donato Carrisi, anche lui originario di Martina Franca, il Festival è un modo per riportare a casa Paolo Grassi. E questo prezioso documentario, omaggio di Leo Muscato per il cinquantesimo compleanno del Festival, riesce a testimoniare “la corrispondenza segreta tra le cose degli uomini e i luoghi dove vengono pensate, create e agite”. Muscato, infatti, alla fine degli anni Novanta si trasferì a Milano per studiare regia alla Scuola d’arte drammatica “Paolo Grassi” e nel dicembre scorso ha esordito alla Scala con “Il Barbiere di Siviglia” di Rossini. Per la prima del prossimo 7 dicembre gli è stata affidata la regia de“La forza del destino” di Verdi”, con la Direzione del Maestro Riccardo Chailly

Un’altra bella avventura, iniziata a Martina Franca e approdata a Milano.

Rita Bramante

 



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