3 dicembre 2024

ACCORDO DI PROGRAMMA FILI – CADORNA

Rigenerazione territoriale e alto rischio urbanistico a Milano


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Il 27 novembre scorso è stato presentato all’auditorium dello IULM, con grande enfasi, il progetto FILI, progetto di “rigenerazione urbana ed extraurbana” promosso da Regione Lombardia, FNM – Ferrovie Nord, con il patrocinio del Comune di Milano.

FILI è un progetto di valorizzazione urbanistica e ambientale del tracciato ferroviario. E’ prevista una super pista ciclabile da Cadorna a Malpensa. Un consistente intervento di piantumazione di aree residuali e lungo i binari. La sistemazione delle stazioni di Busto Arsizio, di Saronno e della Bovisa con la riorganizzazione urbanistica del loro contesto. Il progetto originario prevedeva la sola copertura “a verde” della ferrovia, dalla stazione Cadorna a via Mario Pagano.

Il progetto concepito alcuni anni fa era rimasto incompiuto; quest’anno è stato inserito nell’accordo “per lo sviluppo e la coesione” tra Presidenza del Coniglio e Regione e in parte finanziato ed è quindi tornato d’attualità.

Il progetto territoriale ha diversi spunti di interesse ma anche diversi punti critici; l’effettivo aspetto negativo è che FILI viene ora utilizzato per sostenere un pesantissimo intervento edilizio sulle aree ferroviarie della stazione Cadorna, in Milano, intervento edilizio che il progetto originario non prevedeva, La copertura della ferrovia presentata, a torto, come risanamento di una ferita della città diventa di fatto il paravento “green” per un’operazione immobiliare che se attuata stravolgerebbe uno dei più bei contesti urbanistici della città.

La proposta dell’operatore immobiliare: copertura della ferrovia da Cadorna a Pagano ed edificazione di grandi edifici

Già nel 2022 Ceetrus Italy (Nood) aveva proposto a Ferrovie Nord di assumersi l’onere della copertura dell’area ferroviaria dalla stazione Cadorna fino al ponte di via Mario Pagano, in cambio della possibilità  di costruire su metà della copertura edifici di varia destinazione, per 60.000 mq di superficie lorda di pavimento  (le dimensione del Pirellone) e di destinare l’altra metà a verde sopraelevato. L’immobiliare Ceetrus Itay ha proposto la formula del partenariato pubblico privato essendo Ferrovie Nord di proprietà pubblica e titolare delle aree ferroviarie. (Contro tale proposta, vedi su ArcipelagoMilano un mio articolo del gennaio 2023 e l’articolo di Michele Sacerdoti del 19 novembre scorso). L’Accordo di Programma FILI – Cadorna promosso dalla Regione e l’adesione del Comune di Milano

In seguito alla proposta dell’immobiliare Ceetrus Italy, Ferrovie Nord ha chiesto alla Regione Lombardia di attivare un Accordo di Programma (AdP); la Regione ha aderito con una delibera di Giunta con la quale assegna all’operazione un finanziamento di 150 milioni e invita il Comune di Milano, titolare del potere urbanistico, ad aderire all’AdP.

Nel luglio del 2024, il comune di Milano con delibera di Giunta, dichiara il proprio interesse all’AdP.

Gli obbiettivi dell’intervento sono contenuti in una relazione allegata alle delibere regionale e comunale. La copertura della ferrovia costituirebbe il principale interesse pubblico oltre alla sistemazione della stazione; nella relazione è prevista l’edificazione di metà della superficie coperta ma non è specificata la dimensione degli edifici; per ora vale quanto dichiarato da Ceetrus ovvero 60.000 mq. di Slp.

La copertura del sedime ferroviario da Cadorna a Pagano verrebbe realizzata con una struttura alta circa 10 metri dal piano del ferro all’estradosso. Un pesante ingombro che impedirebbe l’attuale visuale aperta, garantita dalla ferrovia.

La posizione dell’Istituto Nazionale di Urbanistica e la lettera al Sindaco di Milano

Il 9 ottobre l’Istituto Nazionale di Urbanistica (*) ha scritto una lettera aperta al Sindaco, ai capigruppo consiliari e al presidente del Municipio 1 nella quale esprime il proprio giudizio negativo: l’intervento non solo sarebbe di scarso interesse pubblico ma anzi arrecherebbe un grave danno alla Città e al quartiere, mentre è evidente l’interesse privato dell’operazione.

La lettera ripresa dal Corriere della Sera del 14 ottobre, è riportata di seguito.

Lettera aperta al Sindaco di Milano sui nuovi grandi edifici nel centro storico da realizzare con l’Accordo di Programma ”FILI – Cadorna”

Illustrissimo Sig. Sindaco,

 il 25 luglio 2024 la Giunta da Lei presieduta ha approvato la delibera n 895, che valuta positivamente l’Accordo di Programma “FILI Cadorna” proposto dall’immobiliare Ceetrus Italy S.p.a. e da Ferrovie Nord S.p.A. e promosso dalla Regione Lombardia. L’ Accordo di Programma (AdP) propone di coprire la ferrovia tra piazza Cadorna e via Mario Pagano e di realizzare sulla copertura edifici con varie destinazioni d’uso e del verde pubblico.

L’AdP è in Variante al vigente Piano di Governo del Territorio che non assegna alle aree ferroviarie alcuna capacità edificatoria. Regione e Comune prevedono di giungere all’approvazione dell’Accordo entro il 31 maggio 2026. Il Direttivo della Sezione Lombarda dell’Istituto Nazionale di Urbanistica ha discusso l’ipotesi di AdP; ne è emersa una viva preoccupazione e una sostanziale perplessità di merito che Le riporto in sintesi.

I motivi della nostra preoccupazione.

L’AdP prevede un intervento di rilevanti dimensioni con la realizzazione di nuovi edifici di consistente volumetria in una parte del Centro Storico tra le più belle di Milano, il cui impianto urbanistico risale al Piano Beruto e all’opera di Luca Beltrami ed Emilio Alemagna, che avevano egregiamente risolto la presenza della ferrovia con la straordinaria invenzione del ponte di via Curie in finta pietra e grandi aiuole verdi. Inoltre l’area interessata dal progetto è soggetta a vincolo paesaggistico apposto all’inizio degli anni ’60 del secolo scorso.

Ci si chiede come lo stravolgimento di tale impianto urbanistico e l’edificazione di nuovi grandi volumi inseriti nel quartiere ottocentesco, possa essere compatibile con le finalità del vincolo paesaggistico oltre che con una buona e colta prassi urbanistica.

La fragilità delle motivazioni urbanistiche dell’intervento.

La delibera comunale definisce la ferrovia una “frattura urbana”: un’affermazione infondata, un espediente retorico volto a enfatizzare un vantaggio pubblico assai discutibile.

Le ferrovie Nord in quella posizione, non costituiscono affatto una“frattura”, né sotto il profilo funzionale – le connessioni viabilistiche e pedonali esistenti sono del tutto adeguate – né sotto il profilo paesaggistico, essendo la ferrovia un elemento consolidato, tradizionale e persino gradevole del paesaggio urbano.

Le delibere della Regione e del Comune non indicano la dimensione dei volumi realizzabili, tuttavia, secondo quanto dichiarato dalla stessa Ceetrus Italy, sarebbero previsti nuovi edifici per 60.000 mq di superficie lorda: si tratterebbe quindi di 500 o 600 appartamenti, costruiti su un solettone collocato a circa 10 metri sopra il piano del ferro, largo 70 e lungo 700 metri. Un impatto visivo e un carico insediativo molto gravosi che potrebbero tradursi in una irreparabile ferita nel paesaggio urbano.

Il verde che verrebbe realizzato sulla copertura della ferrovia produrrebbe un marginale incremento della superficie del Parco Sempione e sarebbe il più costoso verde pubblico mai realizzato: un dispendio di risorse che potrebbero invece essere destinate ad altre parti della città, meno attrezzate.

Infine l’intervento dichiarato come di “rigenerazione urbana” non risponde ai requisiti dettati in materia dalla legge regionale: il quartiere di Porta Magenta, uno dei più belli di Milano, non sembra avere alcun bisogno di essere “rigenerato”.

La coerenza con le scelte di politica urbanistica

Oggi la Città è impegnata nella revisione del PGT che ha consentito operazioni di densificazione non sempre bene accolte dai cittadini: è infatti questo uno dei temi di riflessione per la nuova Variante.

L’attuazione dell’AdP realizzerebbe un ulteriore, rilevantissimo incremento del carico insediativo consentendo di edificare su aree ferroviarie non già dismesse, ma in piena attività, in variante al PGT vigente e in un ambito urbano particolarmente denso e delicato, in aperta contraddizione con le linee di indirizzo per la revisione del PGT annunciate dall’Amministrazione.

In conclusione

Per quanto contenuto nei documenti resi pubblici mentre è evidente il rilevante interesse dell’operatore privato, che realizzerebbe i nuovi edifici in un’area fra le più vantaggiose del mercato immobiliare milanese, appaiono invece molto meno evidenti i vantaggi pubblici dell’operazione, che consiste nel destinare aree pubbliche – il sedime ferroviario – alla costruzione di appartamenti e uffici di lusso.

Non è di questo che ha bisogno Milano. Fino ad ora la discussione attorno ai contenuti dell’Adp “FILI Cadorna” è stata sviluppata unicamente dagli apparati tecnici del Comune e dalla Giunta. Considerata l’importanza dell’operazione urbanistica Le chiediamo di promuovere una discussione pubblica prima dell’avvio della procedura formale di elaborazione e approvazione dell’Accordo di Programma.

Cordiali saluti.

 INU Lombardia. Il Presidente,

 Marco Engel

In risposta alla lettera dell’INU

La Regione

In un incontro tra rappresentanti di INU e la Segreteria della Presidenza, la Regione ha dichiarato che non intende sostenere un’operazione speculativa ma l’interesse pubblico, ovvero la copertura a verde della ferrovia e la riorganizzazione della stazione Cadorna. Ha ammesso tuttavia che l’operazione immobiliare finanzierebbe i costi in aggiunta al contributo regionale di 150 milioni.

Il Comune di Milano

L’assessore Tancredi ha comunicato all’INU la propria disponibilità ad un incontro, non ancora avvenuto, mentre è stata convocata la Commissione consiliare competente che ha preso atto della delibera di Giunta ma non si è pronunciata nel merito.

Comunque l’appello a sospendere l’AdP non è stato ascoltato. In questi giorni sono state attivate le procedure per dare l’avvio formale all’AdP che dovrà stabilire gli elementi di interesse pubblico, le dimensioni dell’edificazione e il progetto, in assenza di qualsiasi indirizzo da parte del Consiglio Comunale che dovrà comunque esprimersi perché l’operazione è in variante al PGT vigente che non assegna edificabilità alle aree ferroviarie attive. Sarebbe stato giusto sotto il profilo politico e amministrativo, che le scelte di fondo fossero indicate dal Consiglio prima dell’adesione all’AdP, anche tenuto conto che l’amministrazione è impegnata nella Variante al PGT (**).

Neppure il Municipio 1 ha preso posizione.

In conclusione

Si usino i 150 milioni della Regione per sistemare la stazione Cadorna (se è proprio una priorità) e si abbandoni l’idea di coprire la ferrovia e di costruire nuovi palazzi nel centro storico di Milano.

Ci si chiede perché mai il comune di Milano nel bel mezzo di una bufera giudiziaria sull’urbanistica aderisca ad un’operazione di esasperata densificazione che ripeterebbe, all’ennesima potenza, i medesimi errori urbanistici.

Ugo Targetti

 



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