5 novembre 2024
TRAFFICO? COSTRUIAMO NUOVE AUTOSTRADE
Ci vogliono tutti in auto
Milano e la superstrada col commissario. La progressiva espulsione dalla città degli abitanti meno abbienti e di attività tradizionali meno lucrative, per far posto a uffici di rappresentanza, alberghi di lusso e case da affittare ai turisti, ha aumentato la pressione abitativa sui comuni esterni in cui si sono riversati gli oramai ex milanesi. Pressione che si è riversata sui servizi, sulle reti stradali e sul trasporto pubblico. Dopo l’epidemia di Covid il fenomeno ha visto una crescita che ha spinto in alto il valore degli immobili nei comuni esterni e un aumento del pendolarismo che, in mancanza di un servizio efficiente di trasporto extraurbano, si è riversato sul traffico automobilistico. Ne risulta maggior traffico in città e sulle tangenziali, con milioni di ore perse per gli spostamenti, maggiore emissione di gas combusti dai motori a scoppio e un peggioramento della qualità dell’aria.
Sarebbe indispensabile investire nel trasporto pubblico, per offrire collegamenti più veloci ed efficienti, comodi e frequenti, possibilmente rivedendo la stessa configurazione, a partire dai trasporti su ferro, perché manca una linea di metropolitana circolare che colleghi le periferie, evitando che tutti i percorsi urbani passino in centro: pur essendo un’ovvietà, nell’Amministrazione pubblica nessuno sembra non dico pensarci, ma neppure immaginarsela. Mancano, soprattutto, nuove tratte ferroviarie extraurbane, dato che la rete attuale è ancora quella ideata alla fine del XIX secolo, quando i Comuni della provincia contavano al più qualche migliaio di abitanti, mentre oggi ospitano la maggioranza degli abitanti metropolitani. Ma non vengono riqualificate neppure le reti attuali. Insomma: se il trasporto pubblico in città è peggiorato, quello metropolitano è un disastro di cui nessuno sembra volersi occupare.
Regione Lombardia preferisce costruire nuove autostrade, anche se è oramai evidente che non servono a nulla. Dopo i flop della Tangenziale Esterna Est e della Brebemi, una nuova superstrada “del nulla” sta per planare sui campi dell’abbiatense. Non collega neppure Milano a Vigevano (cosa che, per chi è costretto a usare l’auto, potrebbe avere un senso) ma si estenderà tra i paesi di Ozzero (1.489 abitanti) e Albairate (4.708 abitanti), al modico costo (per ora) di 170 milioni di euro.
Secondo i suoi sostenitori, in un futuro indefinito dovrebbe prolungarsi a Ovest verso Vigevano e a Nord verso Magenta, collegando il fu polo della scarpa, dove anche l’ultimo marchio: Moreschi ha chiuso la fabbrica, con l’ex “hub” della Malpensa. Il progetto prevede un percorso di 7 chilometri, con la costruzione di “n. 6 svincoli, n. 4 viadotti e n. 3 gallerie artificiali (…), n. 2 ponti su corsi d’acqua e n. 4 cavalcavia” e costerebbe a noi contribuenti 24.000.000 € al chilometro; verrebbe da aggiungere “per ora”, dato che, ch’io ricordi, non si è mai vista la costruzione di una strada il cui costo non sia almeno raddoppiato nel corso dei lavori. Ma spero di sbagliare.
Se tutto dovesse andare secondo gli auspici della regione e della lega, grande sostenitrice del progetto, dopo la sua realizzazione i cittadini e agricoltori di Albairate potranno così andare in auto a Ozzero in pochi minuti, e viceversa. A farci cosa, è difficile immaginarlo.
Per arrivare a Milano, invece, dovranno continuare ad attendere in coda sulle vecchie strade insieme alle altre decine di migliaia di pendolari di Mortara, Vigevano, Abbiategrasso e centri minori che tutti i giorni intasano le vecchie strade (e i nostri polmoni), mentre le migliaia di pendolari coraggiosi, che insistono nel prendere il treno, continueranno a viaggiare stipati come sardine sui pochi convogli esistenti, spesso in ritardo o cancellati senza spiegazione.
Eppure diverse amministrazioni locali e i movimenti di tutela del territorio hanno indicato alla Regione soluzioni più semplici ed economiche per risolvere il problema, semplicemente migliorando la viabilità locale e completando il raddoppio della ottocentesca ferrovia Milano-Mortara, fermo da vent’anni proprio ad Albairate.
La nuova superstrada è un progetto insensato e duramente contestato dagli agricoltori, dalle loro associazioni, sostenuti da diversi Comuni, dal Parco Sud, dal Parco del Ticino, da Città metropolitana e da un centinaio di soggetti civili e associazioni.
Il governo Draghi aveva nominato un Commissario Straordinario che procedesse alla sua realizzazione e l’attuale Ministro dei Trasporti, onorevole Matteo Salvini, nel gennaio 2023 si era addirittura presentato a Vigevano per annunciare l’avvio dell’opera pubblica entro l’anno.
Forse, è solo sfortunata coincidenza che il Commissario Straordinario nominato dal governo Draghi sia proprio quell’Eutimio Mucilli, funzionario ANAS che risulta indagato per corruzione dalla Magistratura milanese, perché accusato di aver intascato svariate centinaia di migliaia di euro per altre opere stradali.
Purtroppo, i pendolari che vengono ogni giorno a Milano si trovano davanti anche un’altra coincidenza sfortunata: esattamente un anno dopo l’annuncio di Salvini, nel gennaio di quest’anno è sparito dai programmi di RFI il finanziamento del raddoppio della tratta ferroviaria più disastrata dell’intera Regione: la Vigevano a Milano, ferma da vent’anni ad Albairate, che tre anni fa, dopo quarant’anni di attesa, finalmente sembrava essere stato finanziata.
Insomma, par di capire che tanto il governo regionale che quello nazionale ci vogliano tutti in auto.
Per dare una mano alla sfortuna. Per dare una mano alla benedetta sfortuna che sembra perseguitare un progetto particolarmente dannoso, sabato 12 ottobre un centinaio tra aziende agricole, associazioni degli agricoltori e dei commercianti, associazioni come fai, Legambiente, Lipu, insieme a migliaia di semplici cittadini, una decina di sindaci e, per la prima volta, anche il partito democratico metropolitano e locale, hanno indetto una manifestazione con i trattori contro questo devastante progetto. La manifestazione è partita da Albairate, per finire sotto il comune di Abbiategrasso la cui giunta di centro-destra, in questi anni, si è assunta notevoli responsabilità nel programmare questo e altri progetti devastanti su un territorio agricolo prezioso e millenario.
Luca Bergo
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