17 settembre 2024

MILANO BAMBINA E LA “PAGHETTA” DEI CONSIGLIERI DI MUNICIPIO

Troppa ingiustificata parsimonia in basso


Copia di copertina 6 (12)

Non passa giorno che il Sindaco di Milano e i componenti della sua giunta invochino il soccorso economico del governo per far fronte agli impegni di spesa di cui la nostra città necessita.

Sinceramente, non ricordo una simile continua, reiterata, pretesa da parte delle amministrazioni precedenti, Milano ha sempre funzionato bene. Fino a ora. Sembra quasi che oggigiorno nella nostra piccola metropoli si possa fare qualcosa o assicurare servizi degni solo se sovvenzionati da altri enti, in primis il governo o tramite i fondi del PNRR. 

Mi chiedo quindi, cosa sia successo alla nostra Milano, città storicamente virtuosa, anche sotto l’aspetto delle risorse generate e impiegate, modello di riferimento per tante altre amministrazioni cittadine o, almeno, così era.

È come se Milano fosse tornata d’un tratto bambina, un soggetto fragile, da accudire, da dover essere accompagnato per mano e a volte essere preso in braccio, da dover essere assistito da persone più adulte, come fosse una biciclettina da bambino che ha bisogno delle ruotine laterali per non cadere e che verranno tolte quando il bimbo raggiungerà il suo equilibrio, una Milano bambina che chiede (e a cui dare) la paghetta.

A proposito di paghetta, abbiamo letto che si è finalmente conclusa la querelle interpretativa con il Ministero sulla norma del TUEL (Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali) , essendo ripresi i pagamenti delle indennità in favore dei Presidenti dei Municipi e degli assessori municipali che per qualche mese non erano stati corrisposti dal Comune.

Il meccanismo delle indennità è sinteticamente il seguente: la Legge di Bilancio 2022 del governo Draghi ha disposto un progressivo incremento delle indennità di funzione dei Sindaci dei Comuni capoluogo sede di città metropolitana e dei Sindaci dei Comuni delle Regioni a statuto ordinario in una misura percentuale, proporzionata alla popolazione e al trattamento economico complessivo dei Presidenti delle Regioni, prevedendo l’adeguamento delle indennità anche dei di Vicesindaci, Assessori e Presidenti dei Consigli comunali calcolate secondo determinate percentuali.

Anche i consiglieri comunali oggi possono conseguire una maggiore entrata rispetto agli anni precedenti, ma in questo caso attraverso il meccanismo dell’aumento del numero mensile delle sedute “gettonabili” di commissioni o di consiglio comunale.

Per quanto concerne le realtà dei Municipi, il Presidente di Municipio, gli assessori municipali e il Presidente del Consiglio di Municipio stanno anch’essi conseguendo un incremento progressivo delle proprie indennità in quanto, per l’”effetto cascata”, beneficiando di un’indennità di funzione legata in percentuale al valore delle indennità degli organi comunali ed essendo aumentate queste ultime, l’incremento si riflette – sempre proporzionalmente – anche su quelle destinate a detti organi municipali.

Tutti contenti quindi? No, perché ci si è dimenticati di circa 240 amministratori locali eletti dai cittadini milanesi e che svolgono la funzione pura e semplice di consigliere di municipio, per i quali non è stato previsto dal Comune alcun incremento rispetto alle previsioni contenute nella delibera del Consiglio Comunale n. 17 del 14 aprile 2016, delibera che indica il riconoscimento di gettoni di presenza, in misura pari al 50% del gettone riconosciuto ai Consiglieri comunali, con un tetto massimo di 11 presenze.

Nessun incremento pare inoltre essere previsto nella recentissima proposta di delibera “Determinazione della misura delle indennità̀ di funzione e dei gettoni di presenza dei componenti degli Organi Municipali” proposto al Consiglio comunale che, da un lato, consentirà di superare il vulnus interpretativo consolidando gli incrementi sopra riferiti in favore di presidenti, componenti delle giunte municipali e dei presidenti del consiglio di municipio e, dall’altro, riconfermerà il riconoscimento economico in favore dei consiglieri municipali ma sempre fermo al 2016.

La ragione sottesa a tale “dimenticanza” potrebbe risiedere nel leitmotiv che sta accompagnando le scelte attuali del Comune: per il pagamento delle indennità degli organi comunali e municipali il Comune può usufruire del trasferimento di risorse provenienti dal governo centrale mentre per i (soli) consiglieri di municipio la spesa grava integralmente sull’amministrazione comunale che deve reperire in proprio le risorse.

Non voglio cadere nell’excusatio non petita accusatio manifesta ma non è un problema di soldi né una pruderie che mira a un maggior arricchimento, anche perché l’incremento sarebbe comunque molto esiguo e senza contare che parte dei compensi vengono devoluti dai consiglieri al partito di appartenenza: è un aspetto che attiene soprattutto al corretto riconoscimento nonché alla adeguata valorizzazione del ruolo e funzione che centinaia di consiglieri esercitano ogni giorno nei nove municipi, spesso sottraendo tempo alla propria attività lavorativa o alla famiglia, districandosi tra commissioni settimanali, sedute di consiglio, redazione di mozioni, interrogazioni e ordini del giorno, sopralluoghi e incontri con i cittadini.

In una recente intervista l’assessora Gaia Romani, che peraltro è stata consigliere del Municipio 8 nella passata consiliatura, ha riferito che con la riforma del decentramento il Comune oggi “spende” per la componente politica dei nove Municipi 2,2 milioni/anno rispetto a 2,4 milioni/anno che venivano destinati ai precedenti 20 Consigli di Zona.

Ringraziamo quindi tutti i consiglieri di municipio che, forse senza saperlo, concorrono a far risparmiare il Comune e a tenere per mano questa Milano bambina, sperando che nella discussione in consiglio comunale questo tema possa, quantomeno, essere affrontato.

Flavio Verri

Consigliere Municipio 5



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  1. Lucianosperiamo che il Comune si faccia carico di questo problema per non creare disparità’ istituzionale
    20 settembre 2024 • 10:06Rispondi
  2. Andrea GiorcelliL'importo del gettone di presenza discende dal D.M. 119/2000, che prevedeva per i Consiglieri comunali la somma di ₤ 200.000, aumentabile del 30% ai sensi dell'art. 11 e così fu fatto, quindi era diventato di ₤ 260.000, ma per i Consiglieri circoscrizionali è previsto il 50% di quello che prendono i Consiglieri comunali e quindi ₤ 130.000, in € 67,14; successivamente tutti gli emolumenti dei politici furono ridotti del 10% dalla Finanziaria del 2006 del Governo Berlusconi e i gettoni per i Consiglieri di zona da allora sono diventati di € 60,43, così rimasti (N.B.: sono tutte somme lorde, che si aggiungono al reddito e possono far aumentare l'imposizione fiscale per via del cumulo). Quindi per aumentare l’importo del gettone deve per forza cambiare la legge e non dipende dal Comune. Invece il numero massimo di 11 gettoni percepibili previsto della delibera del Consiglio comunale n.° 49 del 2000 è stato confermato dalla delibera n.° 17 del 2016 (fermo restando che sempre per la legge, l'art. 82, comma 2, del D. Lgs. 267 del 2000, la somma totale percepita dev’essere al massimo un quarto dell'indennità del Presidente). Il punto però è che già adesso difficilmente si arriva a tale numero di presenze, nemmeno per i Consiglieri di gruppi singoli che sono membri di tutte le Commissioni, mentre di solito un Consigliere è membro di metà delle Commissioni, quindi anche se il numero massimo di gettoni venisse aumentato non cambierebbe nulla, a meno di convocare molte più riunioni della media attuale.
    20 dicembre 2024 • 20:25Rispondi
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