17 settembre 2024

WELFARE CULTURALE PER MILANO. IL PUNTO DEL FORUM 2024

A proposito del "Forum cultura"


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Desidero partire da un bilancio personale della terza edizione del Forum Cultura, promosso dal Comune di Milano e ospitato dal MUDEC dal 4 al 6 settembre: non posso sottacere il piacere provato come cittadina milanese di trovarmi immersa nell’atmosfera dei nove talk pomeridiani aperti al pubblico, che hanno toccato un ampio ventaglio di temi, proprio nei giorni in cui la cronaca nazionale del Ministero della Cultura era inchiodata a questioni poco edificanti. 

L’Assessore alla Cultura Tommaso Sacchi ha costruito insieme al suo staff un’edizione con un taglio olistico e non settoriale come le precedenti (la prima edizione dedicata alle biblioteche, la seconda all’arte contemporanea); un momento programmatico, in cui fermarsi e ascoltare le voci di esperti del settore e operatori, cittadini e cittadine, su temi attuali e cruciali rispetto alla vita culturale di Milano, per costruire collettivamente e in modo partecipato un “quaderno di appunti per immaginare il futuro della città “, affinando la capacità di leggere il presente per mettere a fuoco le sfide del domani. 

Focus dei 24 tavoli mattutini, riservati agli addetti ai lavori, e dei talk pomeridiani il binomio cura e cultura, come sfere inscindibili della vita di comunità, che attraverso la rete delle relazioni tra diverse discipline e saperi contribuisce al benessere dei cittadini e favorisce la coesione e l’inclusione. Il benessere di una società è legato alla qualità della vita e, in particolare, alle pari opportunità di accesso alla cultura.

Questo approccio che si fonda sull’alto senso etico della cultura, fissato nell’articolo 27 della Dichiarazione Universale dei diritti umani, risponde alla sollecitazione rivolta ai decisori politici dal primo Rapporto OMS n. 67 del 2019, dedicato al contributo delle arti per il miglioramento della salute. Il Rapporto raccomanda, infatti, di creare contesti per promuovere l’impegno artistico a livello individuale, locale e nazionale, sostenendo la collaborazione intersettoriale sistematica tra professionisti del settori della salute, delle politiche sociali e delle arti e cultura.

Le ricerche a livello internazionale riconoscono gli impatti di tutta la gamma di pratiche artistiche, creative e performative – dalla pittura, alla danza, alla visita di luoghi del patrimonio –  e della partecipazione culturale sulla promozione della salute in ottica biopsicosociale degli individui di tutte le fasce d’età, nella prevenzione delle patologie degenerative, nella loro gestione e trattamento lungo tutto l’arco della vita. Sempre più studiati i benefici sull’invecchiamento attivo degli anziani, sull’inclusione di persone con disabilità o in condizione di marginalizzazione e svantaggio, come ristretti nelle case circondariali o senza fissa dimora e, più in generale, di soggetti con disagio sociale e in situazione di povertà educativa. La cultura, in sintesi, svolge un ruolo significativo nelle policy di welfare e per questo parliamo di welfare culturale.  

In apertura dei lavori il Sindaco Sala ha rivendicato l’interesse specifico della sua Giunta per le attività culturali, testimoniato anche da un incremento della voce in bilancio per le spese correnti e dallo sforzo progettuale sostenuto con i fondi del PNRR e del Governo centrale. Milano è una città stimolante e vivace sotto il profilo culturale, in cui gli investimenti culturali sono un obiettivo di bilancio anche per molte aziende e fondazioni, le partnership tra enti pubblici e privati sono improntate alla fiducia reciproca e non manca la generosa filantropia dei privati.

Il Sindaco auspica di poter inaugurare prima della fine del suo mandato la BEIC, Biblioteca Europea di Informazione e Cultura, che nascerà nel quartiere di Porta Vittoria, la cosiddetta Goccia Bovisa Villapizzone, dove verranno trasferite le scuole civiche, il ponte tra i due Arengari per l’ampliamento del Museo del Novecento e il restauro della leonardesca Sala delle Asse al Castello Sforzesco. 

Nei lavori di questa tre giorni si è parlato della ricerca di soluzioni per sviluppare la capacità di accoglienza di diversi tipi di pubblico, per migliorare la gestione del tempo del visitatore dentro uno spazio museale e per evitare l’affaticamento di natura cognitiva, in un mondo fatto di tante normalità, tutte portatrici di diritti (1); di abbattimento delle barriere architettoniche per le persone con disabilità non solo motoria, ma anche sensoriale e cognitiva; di inclusive design, cioè progetti per la diversità e l’eterogeneità umana, da quella anagrafica e intergenerazionale, alle differenze di genere, provenienza geografica e etnografica. 

Si è fatto un affondo anche sul ruolo dell’IA, intelligenza artificiale (o meglio intelligenze, al plurale) per migliorare la visita dei luoghi culturali, con l’avvertenza di tenere sempre alta la guardia verso un’ubriacatura tecnologica fine a se stessa e di non abbassare mai l’asticella della creatività umana. Tra i tanti esempi già in uso nelle realtà museali più all’avanguardia:  traduzione in oltre 30 lingue o in lingua dei segni, smart glass per non udenti, cuffie per audio descrizione per non vedenti; ricostruzione di siti archeologici per poter far ‘visitare’ i luoghi così come erano; robot che accompagnano negli spazi espositivi una guida fisica, consentendo l’accesso da casa anche a chi ha problemi di mobilità; superamento della barriera dello schermo frontale e narrazione che concretizza mondi attraverso la voce e il disegno.

Colpisce, fra tutte, la testimonianza di Stefano Boeri, presidente della Triennale, che grazie all’IA ha dialogato nel suo ufficio con l’urbanista Ebenezer Howard, fondatore del movimento delle Città Giardino tra Ottocento e Novecento.

Alla Giunta, presente con la Vicesindaca Anna Scavuzzo e un gran numero di Assessori, sono state affidate le conclusioni del Forum. L’indirizzo di tutti gli Assessorati è quello di superare i confini delle responsabilità e di fare della collaborazione il “metodo Milano”, che coniuga – dice Scavuzzo – la capacità di essere pragmatici e sognatori. Sottolinea l’Assessore Bertolè l’impegno collegiale per promuovere un welfare comunitario e territoriale fatto di spazi di relazione, che assuma saldamente il compito della cura, per anni delegato ai professionisti del sociale, 

Il Forum non finisce qui: l’Assessore Sacchi preannuncia piattaforme di dialogo tra cittadini e istituzioni, che continueranno nel corso dell’anno, per animare la discussione su temi importanti per la vita della città e rigenerare le relazioni fra persone nei territori, attraverso cantieri di immaginazione civica capaci di dare valore alla cultura di prossimità. Anticipa anche un Dossier finale, con spunti, proposte e domande aperte,  come contributo per fare sintesi e costruire le pagine di significati condivisi per il futuro della cultura di Milano, in cui ciascuno possa riconoscersi e sentirsi parte.

Come è stato detto in sala: “Grazie, Milano, per avere un Forum Cultura, che non è affatto scontato!”

Rita Bramante

 1. S.  CHANEY, Sono normale? Due secoli di ricerca ossessiva della «norma», Bollati Boringhieri, 2023



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