3 settembre 2024

RICORDI DI GIUSEPPE BOATTI

I suoi amici


Copia di Copia di copertina 6 (4)

Il testo che segue è il primo di una serie di commenti e contributi di altre persone che lo conoscevano. Ho conosciuto il prof. Boatti, poi Giuseppe o Beppe, molto tempo fa e l’ho sempre incrociato in vari ambiti, incontri, riunioni, dibattiti, convegni, commissioni, ecc. L’unica costante che rimaneva uguale era quella di trovarsi al fianco di cittadini e comitati. Non perché fosse contro qualcosa, ma perché purtroppo la nostra classe politica ci costringe a lottare per difendere diritti acquisiti, beni comuni, ambiente, e così via. Ho sempre trovato il suo modo di fare e il suo essere civicamente attivo tipicamente milanese… d’altri tempi.

Quando il direttore Luca Beltrami Gadola mi ha chiesto se volessi scrivere un ricordo, ho pensato che sarebbe stato meglio coinvolgere più persone  e aggiungere alcuni commenti che ho letto su Facebook in modo da darne una descrizione più ampia.

Da parte mia, penso che il miglior modo di ricordarlo sia quello di prendere esempio dal suo attivismo nella difesa dei beni comuni e dell’ambiente. Per chi non l’avesse conosciuto, riporto di seguito due link:

Buona lettura. Un saluto riconoscente a Giuseppe Boatti.

Ivan Salvagno

***

Luciana Bordin

Unico e insostituibile. Negli undici anni e più passati assieme, nel Comitato la Goccia, ci ha insegnato tutto quello che sappiamo sull’urbanistica. Sempre disponibile per chi avesse bisogno delle sue competenze. Era un militante autentico, preparato e indomito. Lo ricambiavamo con il nostro affetto e continueremo a lottare anche per lui.

Massimo Gatti

Giuseppe Boatti è stato un “signore” e un “gentiluomo” nella politica, nella professione e anche nella vita come ci hanno ricordato i figli, i nipoti e il fratello Antonello nel giorno del funerale, sabato 24-8-2024. E proprio Antonello, tra le altre cose, ha richiamato quella comunità speciale e irripetibile che era il Partito Comunista Italiano a cui Beppe e tanti/e di noi hanno fatto riferimento. Negli anni ’60,’70,’80 abbiamo vissuto in modo diverso una esperienza di democrazia “progressiva”, partecipata e creativa che ha segnato noi e la società in cui abbiamo vissuto. Abbiamo riflettuto insieme su quella storia e sugli insegnamenti da non smarrire proprio nel mondo di oggi così disorientato e guerriero. In occasione di tutte le iniziative per il 100° della fondazione del P.C.I nel 2021. Beppe ha dato una mano importante, come sempre, ogni volta che è stato coinvolto. Mi auguro altre occasioni per approfondire e discutere delle idee e delle iniziative di un professore “unico”.

Voglio richiamare due vicende emblematiche del suo impegno di una vita per tirare fuori dal mercato la terra e i beni comuni, tutelando tutto ciò che è  irriproducibile.

La prima è il piano territoriale di coordinamento della Provincia di Milano promosso da Beppe dal 1995 al 1999,durante la giunta Tamberi-Targetti. Io sono stato sindaco di Paullo dal 1985 al 2004 e non ho mai visto un progettista, un consulente sobbarcarsi un lavoro enorme con competenza e passione. Incontri infiniti e continui per produrre un cambiamento positivo, equo, giusto, non Milanocentrico. All’intransigenza sui valori e i contenuti si univa una intelligenza e una capacità di ascolto, di approfondimento e di persuasione “didattica”.

Purtroppo un lavoro così importante e lungimirante fu vanificato e revocato alla fine di quel mandato

La seconda vicenda, apparentemente solo istituzionale e invece sostanziale per la difesa dei territori, è stata la contestazione permanente di una città metropolitana istituita nel 2014 senza popolazione. Boatti da subito ha denunciato una concentrazione di potere nella città capoluogo e nei soggetti privati, con i cittadini degli altri 134 comuni (2.000.000 di abitanti) privati anche del diritto fondamentale del voto diretto e ancora più deboli nei confronti di Regione Lombardia e dei governi centrali. Beppe mi ha dato spunti fondamentali tra il 2004 e il 2014, quando ho ricoperto la carica di consigliere provinciale di Milano, per informare, proporre e criticare. Ma soprattutto ha proseguito in tutti questi anni, più tenace di tutti, a stimolare riflessioni, azioni, lotte, ricorsi in una situazione sempre più difficile tra crisi della rappresentanza e astensionismo. Del resto fino alla fine lo trovavi in decine di vertenze e di comitati perché l’iniziativa dal “basso” l’ha sempre presa sul serio

Come ha detto Antonello alla fine del suo saluto il rammarico è che le Istituzioni nel loro complesso lo abbiano sempre rispettato, ma non seguito nelle indicazioni urbanistiche e sociali. Per quanto mi riguarda voglio aggiungere solo che Giuseppe Boatti rimarrà uno degli esempi più belli di come si possa rimanere fedeli per una vita agli ideali della gioventù.

Ciao Beppe, un abbraccio a tua moglie Renata e a tutti i tuoi parenti.

Comitato la Goccia

Carissimo Beppe, noi del Comitato la Goccia ti siamo veramente debitori: senza la tua presenza, il tuo contributo, la tua costanza e la tua pervicacia questo gruppo non esisterebbe e la sua lotta si sarebbe arenata già molti anni fa alle prime difficoltà e ai primi sconforti.

Ogni volta che ci siamo trovati in una situazione in cui la nostra lotta sembrava senza speranza e senza alcuna possibile soluzione, dopo qualche giorno arrivavi tu alla riunione con una nuova idea efficace, oppure l’anticipavi telefonicamente a Luciana che sapeva bene come farci arrivare la novità.

E ogni volta l’idea era buona, intelligente, efficace e grazie alla tua conoscenza dei tecnicismi del Comune di Milano e della politica riuscivamo a trovare una nuova iniziativa che riscuoteva apprezzamento e partecipazione dei cittadini.

E’ grazie a te se il Comitato con la sua lotta negli anni è riuscito a raggiungere molte persone e a diffondere l’esistenza del problema all’interno del Bosco La Goccia così come degli altri problemi nel resto della città.

Ricordiamo bene la tua idea di creare una rete di comunicazione e diffusione delle informazioni, che è poi diventata una realtà concreta e ha messo in contatto tra loro molti gruppi ambientalisti della città.

Ricordiamo come ti infervoravi nei vari incontri o dibattiti pubblici quando replicavi alle scempiaggini di chi, nemico della Goccia e dell’ambiente in generale, riportava informazioni errate o mistificatorie.

Ricordiamo con quanta pazienza hai cercato di spiegarci le regole e i tecnicismi dell’urbanistica, svelandoci gli inganni che i cittadini subiscono e che senza una corretta informazione non possono riconoscere. Hai dimostrato lungimiranza, quando già più di 10 anni fa hai individuato le falle della burocrazia urbanistica.

Siamo diventati esperti di pianificazione urbanistica, di pianificazione del territorio, di GFU, di PGT, di analisi di rischio, di bonifiche e di fito-rimedio. Ora il compito di diffondere informazioni corrette resta a noi, non sappiamo se riusciremo a portarlo avanti come facevi tu, ma ci proveremo.

Ti ricordiamo con grande affetto e simpatia quando, anche in pieno inverno, arrivavi alle riunioni a cavallo del tuo motorino munito di casco e sciarpetta.

Abbiamo perso un uomo generoso e intelligente che ha lottato intensamente per un’idea senza pretendere riconoscimenti, un attivista, un VERO MILITANTE!

Ci mancherà la tua presenza e la tua guida.

Ora ti immaginiamo felice e leggiadro a perderti finalmente in un grande e immenso bosco urbano.

Il tuo Comitato la Goccia

Associazione Parco Piazza d’Armi Le Giardiniere

Un bel ricordo di Beppe. Qualche anno fa ci trovammo, noi Giardiniere, per scambiarci gli auguri di Natale e invitammo anche Beppe con il non troppo celato intento di coinvolgerlo nella questione Piazza d’Armi. 

Lui aderì con entusiasmo: “Se posso essere utile, sono qui”. 

Fu una bella serata di puntuali spiegazioni tecniche sulla situazione urbanistica della Piazza d’Armi e di allegria prenatalizia. 

La sua vasta conoscenza della materia urbanistica lo rendeva rigoroso, ma sempre modesto e generoso nell’offrirla alla fruizione di chi lo interpellava. 

Benché avesse ricoperto incarichi istituzionali prestigiosi, Beppe aveva sempre mantenuto lucidità di analisi e, soprattutto, radicalità: una qualità fondamentale per chi come noi, dal basso, lotta contro le logiche istituzionali speculative e dannose per le persone e l’ambiente. 

Beppe era un uomo di calore, accompagnava la parola con un gesto affettuoso, un sorriso, un abbraccio. La sua voce, possente e baritonale, mai prevaricatrice, si associava ad una grande gentilezza e disponibilità. 

Ci mancherà tutto di lui, è stato un vero compagno di strada. 

Patrizia Bedori

Se n’è andato un amico, un grande urbanista, sempre in prima linea a difendere il bene comune e il verde cittadino.

Avrebbe voluto che gli scali ferroviari diventassero un central park al posto del consumo di suolo e della solita speculazione edilizia.

Avrebbe voluto che la foresta urbana della Goccia rimanesse integra.

Si è battuto come un leone insieme ai cittadini per salvare gli alberi di Mach Mahon.

Aveva una visione della città che guardava davvero al futuro.

Uno degli urbanistici più illuminati e meno ascoltati dall’amministrazione milanese. 

In molti sentiremo la sua mancanza, la sua energia, preparazione e cultura urbanistica con grande generosità l’ha sempre messa a disposizione di tutti, senza mai tirarsi indietro, sempre disponibile. Questa è l’eredità che lascia a tutti noi.

Mi ha aiutato molto quando ero consigliera, veniva al gruppo consiliare la sera e con immensa pazienza spiegava senza l’ombra di supponenza o superiorità. Ricordo che mi scrisse diversi emendamenti contro il consumo di suolo e sulla cubatura dei cosiddetti “servizi”.

E quante volte al telefono mi ricordava che mancavano i piani attuativi proprio quelli per i quali la magistratura oggi sta indagando.

Gli devo moltissimo e lo ricorderò sempre con grandissimo affetto.

Ultimamente, purtroppo ci sentivamo al telefono e ci vedevamo spesso nel reparto oncologico in ospedale, ma anche lì riuscivamo a sorridere e anche a parlare degli scempi urbanistici della città. 

Una grande perdita per Milano e non solo.

Sentirò davvero la tua mancanza. Mi sento in po’ più sola.

Che la terra ti sia lieve caro amico.

Elena Sironi
https://www.facebook.com/share/p/XydgUiPRVvcpGXbG/ 

Ieri pomeriggio ha lasciato questa terra l’urbanista, già docente del Politecnico di Milano, Giuseppe Boatti.

Un uomo generoso ma soprattutto un milanese che amava la propria città e un professionista che, senza timore né peli sulla lingua, ha sempre denunciato la miopia e il cinismo della politica urbanistica del comune di Milano.

Da milanese, da cittadina e da politica ringrazio Beppe Boatti per tutto il sapere che ha condiviso e per tutte le battaglie comuni che abbiamo sostenuto.

Grazie Beppe! … e speriamo che Milano cambi rotta verso un’urbanistica a misura d’uomo e, se riusciremo ad andare verso questa direzione, lo dovremo anche a te. Sarai con noi.

Da facebook https://www.facebook.com/share/p/JPmDRGCsJ3c8tMWA/ 

Luca Beltrami Gadola

Una grave perdita per Milano. Scompare uno dei più competenti difensori dei beni pubblici. Ne sentiremo la mancanza!

Patrizia Binda

Una persona per bene e un urbanista per la buona urbanistica. Sempre pronto a dare una mano a comitati e associazioni per le parti tecniche. Mi spiace proprio.

Oreste Pivetta

Lo conoscevo da tempi dell’università, mezzo secolo fa, relatore alla tesi di laurea. Persona colta, persona di grande sensibilità. Un maestro! Mi vanto di un suo complimento. Mi disse: “Finalmente una tesi scritta bene”. Grazie ancora.

Paolo Cagna Ninchi

Mi spiace molto, ha offerto la sua competenza a chi tentava di dare un senso a un modo migliore di essere città

Da facebook https://www.facebook.com/share/p/uiLRe2YcVhxS9HU2/ 

Abdelraheem Alwraikat

Direttore generale dell’Autorità di regolamentazione dei trasporti terrestri nella Giordania.

La sua scomparsa è una perdita per l’urbanisti di l’Italia e l’Europa, soprattutto per chi si interessa di urbanistica e ambiente.

È stato mio docente al Politecnico di Milano negli anni ’80 e per due anni mi ha seguito e supervisionato la mia tesi di laurea.

Ero ansioso di incontrarlo durante la mia prima visita a Milano dopo la mia laurea, più di due decenni dopo, e ho scoperto che si ricordava ancora di me e di tanti momenti belli.

Le mie più sentite condoglianze alla sua famiglia e agli amici.

la sua anima abbia pietà e pace.

Eddi Cambiaghi

Una grande persona che ha aiutato molto Milano senza alcun tornaconto personale. Grazie Beppe…

Paolo Caputo

Giuseppe è stato un coerente e impegnato urbanista e docente. Allievo di Giuseppe Campos Venuti ne ha interpretato il pensiero e l’impegno nelle Istituzioni Pubbliche. Ricordo con rispetto la sua serietà. R.i.p.

Luca Giani Carella

Che dispiacere, avuto al Politecnico come insegnante, davvero un ottimo docente e persona

Daniele Gabetta

RIP maestro

Marco Montella

È stato mio professore. Persona appassionata, intelligente, critica e libera. Qualche anno fa lasciò la cattedra al Politecnico in polemica con il rettorato che a suo dire impediva la libertà di insegnamento.

L’urbanistica era la sua vita e attraverso le regole dell’urbanistica era in grado di leggere, a suo modo, il mondo e i suoi cambiamenti.

Mancherà moltissimo

Rolando Mastrodonato

Rifacendosi alla tradizione dei De Finetti, Campos Venuti e Benevolo, insieme ad un numero sempre più ristretto di accademici che non hanno accettato la deriva mercantile dell’ urbanistica, ha sempre saputo calare le sue grandi competenze nelle lotte a cui a partecipato a fianco dei cittadini e dei comitati di quartiere.

Ho avuto modo di conoscerlo e di frequentarlo nell’Associazione “Vivi e progetta un’altra Milano”, che per oltre vent’anni ha cercato di migliorare le grandi trasformazioni urbane – “La stecca” di viale Scarampo e City Life  – che hanno interessato la nostra zona, nella quale Beppe viveva e aveva lo studio.

Proprio questa frequentazione così stretta mi ha rivelato la statura dell’accademico, del cittadino e del politico.

Grazie anche a lui abbiamo potuto intercettare e indirizzare ampi strati di cittadini anche abbienti che, inizialmente, avevano sposato la narrazione di Albertini, della Moratti e, dispiace dirlo, anche di Pisapia con la sua “dama nera” De Cesaris.

Anche la sua conoscenza e l’apprezzamento di cui godeva da parte di Dario Fo ci hanno permesso di avere, da parte di Dario, un sostegno molto importante sia politico che economico.

Vorrei anche ricordare che Beppe Boatti aveva anche elaborato, con i suoi amati studenti di architettura, un progetto alternativo sull’area di City Life di rara bellezza che stravolgendo l’originale, collocava la volumetria all’interno dell’area e posizionava il verde lungo i bordi esterni rendendolo usufruibile dalla cittadinanza.

Nel ricordare le sue battaglie a difesa del verde, nelle lotte contro l’abbattimento degli alberi in via Mach Mahon e del parco della Goccia, mi preme evidenziare la sua visione non localistica, innovativa e precorritrice di una Milano policentrica in contrapposizione a quella Milanocentrica. In quest’ottica, delle sue tante pubblicazioni, mi piace ricordare “L’Italia dei sistemi urbani” che mi aveva donato con una dedica che mi inorgoglisce profondamente.

Spero di sbagliare, ma con Beppe Boatti, forse finisce la Milano che ha cercato di lottare contro la speculazione edilizia che tanti danni ha arrecato ai cittadini milanesi, sia con le giunte di destra che con quelle di sinistra.



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  1. Annalisa FerrarioC'è stata in effetti una generazione di urbanisti "fratelli minori" o epigoni di Campos che per un po' ha egemonizzato la pratica soprattutto nei comuni "di sinistra" a volte applicando in modo un po' meccanico i dettati del maestro. Ma adesso sulla scena ci sono i nipotini di Campos, i responsabili dell' orrido PGT di Milano che forse per reazione quegli insegnamenti sembrano averli dimenticati o rinnegati: e quindi nessun interesse alla casa sociale, al verde e ai servizi, niente di niente. Povero Campos, che proprio su queste pagine aveva elogiato "a occhi chiusi", sulla fiducia, quanto fatto nel PGT. Se potesse vedere quanto è stato ingannato! Saluti
    4 settembre 2024 • 09:23Rispondi
    • Andrea VitaliC'è un detto secondo cui i nonni creano, i figli mantengono e i nipoti distruggono. Forse vale anche per i camposiani...
      10 settembre 2024 • 23:43
    • Annalisa FerrarioIn effetti, rileggendo l'intervento di Campos del febbraio 2012 (lo si può trovare qui sotto, aprendo la tendina di "Hanno scritto per noi") più che ingannato mi sembra scemo. Ne avesse detta una giusta... Saluti
      1 ottobre 2024 • 07:49
  2. Ennio GalanteHo conosciuto Giuseppe Boatti negli anni 1968-1971 quando abbiamo fatto insieme alcune delle azioni di lotta (democratica) per il rnnovamento delle università, sulla scia della "rivolta di Berkeley" (1964), del maggio francese, e delle azioni scoppiate in molti paesi. Lui era al Poli-Architettura, io alla Statale di Città Studi. Ci siamo ritrovati negli anni 2015-2017, quando insieme abbiamo lottato contro la sciagurata e irrazionale scelta di destrutturare Città Studi trasferendo, alcuni dipartimenti della Statale nell'area ex Expo-2015, e i due IRCCS (Istituto Tumori e Istituto Neurologico Besta) nell'area ex-Falck di Sesto San Giovanni). Dopo oltre mezzo secolo Giuseppe Boatti non aveva perso la voglia di partecipare contribuendo con la cultura e l'esperienza scientifico-tecnica.
    4 settembre 2024 • 18:36Rispondi
  3. marco felisaDa studente di architettura, ho conosciuto il prof. Boatti per caso; mi ero presentato in anticipo a un appuntamento con un altro insegnante e, nell'attesa, avevo letto di una presentazione del famoso studio sui "sistemi urbani". Sono stato suo studente, suo tesista, suo "ragazzo" di studio. Mi ha insegnato il bellissimo lavoro della pianificazione, da lui ho imparato la relazione tra territorio e trasporti e l'importanza della scala vasta. Ho imparato anche a portar avanti i progetti con fatica, con rigore e soprattutto con metodo scientifico. Oltre alla caparbietà, la cosa che più ricordo è la voglia di conoscere e di approfondire, di trovare sempre nuovi strumenti per portare avanti le idee, nel lavoro come nella vita. Lo sviluppo delle analisi quantitative, i modelli di traffico e la simulazione dello sviluppo territoriale.
    5 settembre 2024 • 12:47Rispondi
  4. valentino ballabioCol caro Beppe ho condiviso la FGCI fin dal 1965 allorquando, prima del 68, i giovani comunisti a Milano erano pochi ma ben impegnati su vari fronti in particolare per il Vietnam. Ricordo poi la sua collaborazione quando sono stato sindaco di Cologno monzese (piano di recupero della frazione di San Maurizio al Lambro: una lezione di politica urbanistica!), quindi da consigliere provinciale sostenendo con l'assessore Targetti la sua ottima proposta di piano territoriale di coordinamento (invano, data una sinistra timida e succube al giogo del capoluogo Albertini-Lupi), ed infine la battaglia tenace ma sempre da isolati per istituire un'autentica Città metropolitana (invece snaturata con la legge Delrio). Da ultimo l'incontro con Felice Besostri (purtroppo anche lui deceduto poco dopo) per eliminare almeno l'obbrobrio del sindaco bifronte! Sempre con un rapporto di amicizia e stima reciproca, anche per resistere alla malcelata emarginazione dovuta ad una prassi politica degenerata. Ricordo ancora con emozione che Beppe volle che coordinassi la presentazione della “Italia dei sistemi urbani” il 22 aprile 2008 con Dario Fo, Vezio De Lucia e Fortunato Pagano. Ma comunque siano andate le cose, Beppe ha lasciato il segno...
    7 settembre 2024 • 18:56Rispondi
  5. Edvige CambiaghiBeppe ha aiutato tanto Milano aiutando i Comitati di cittadini che pieni di buon senso hanno cercato di tutelare il Bene Comune. Ci mancherà tanto ma il suo insegnamento ha dato tanti frutti. Grazie caro Beppe
    7 settembre 2024 • 20:29Rispondi
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