2 luglio 2024

LA SPIRITUALITÀ DI JOSEPH BEUYS

Pittore, scultore e performance artist tedesco


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Nella suggestiva terra abruzzese di Bolognano, Lucrezia De Domizio, baronessa, emerge come una figura poliedrica: intellettuale, filantropa e fervente appassionata d’arte. Il suo mantra, “l’eredità del pensiero”, riflette la profondità della sua memoria storica, intrecciata in modo unico con il suo impegno nel mondo dell’arte.

La scelta di L.D.D. di vivere immersa nella vegetazione lussureggiante di Bolognano, circondata dalla purezza dell’acqua del fiume Orta, la colloca in una sorta di “nicchia ecologica”. Qui, la bellezza delle immagini sfuma il confine tra Natura e Arte, coinvolgendo gli abitanti di Bolognano in un mondo arricchito da personaggi culturali e intellettuali, con particolare affetto per Joseph Beuys.

La spiritualità di Joseph Beuys ha trovato una preziosa espressione nell’esperienza di Lucrezia De Domizio, una figura di rilievo che ha permeato per oltre trent’anni il territorio abruzzese di Bolognano (PE). Due pensieri fondamentali hanno guidato il percorso culturale di questa straordinaria donna.

Il primo, magistralmente espresso da L.D.D. stessa, sottolinea la fluidità e la collaborazione intrinseca nel processo di ricordo. “Non si conserva un ricordo, lo si ricostruisce sempre, sempre insieme ad altri”, una prospettiva che abbraccia la condivisione di esperienze e il dialogo interpersonale come elementi chiave nella creazione della memoria.

Il secondo pensiero, attribuito a Joseph Beuys, afferma con forza il dovere di esibire ciò che emerge dalla libera creatività individuale. “Abbiamo il dovere di mostrare ciò che abbiamo prodotto con la nostra libera creatività” diventa così un imperativo etico, una chiamata a mettere in luce le creazioni nate dall’animo creativo di ciascun individuo.

Attraverso il racconto di L.D.D., emergono le connessioni tra l’arte e la vita, tra il passato e il presente. Le sue azioni, ispirate dalla consapevolezza della transitorietà del ricordo e dalla responsabilità di esibire la creatività personale, diventano capitoli affascinanti di una storia in cui la spiritualità si intreccia con l’esperienza umana.

Il suo straordinario lavoro, una fusione di eros culturale e contesto metapsicologico, ha riversato calore e vitalità nella ragione, catalizzando l’intero panorama culturale. L.D.D. si è immedesimata nella natura, plasmando un’architettura ideale e naturale, sacra e armoniosa. La spiritualità del pensiero, che guida le sue azioni, si traduce in un impegno profondo, rischio, indipendenza, apertura, intuitività, sofferenza e comprensione.

L.D.D. ha plasmato il suo territorio con opere memorabili come “La casa di Lucrezia” e la “Piantagione Paradise”, in cui lo “Studio di Beuys” e l’archivio fotografico di Buby Durini convergono in un dialogo tra spazio e tempo, pensiero e azioni. Vivendo in simbiosi con la natura, ha tessuto un’unità armoniosa che ha alimentato la creatività, generando idee in movimento e dando vita a forme permanenti.

In questo contesto, il racconto di vita e cultura che circonda l’operato di L.D.D. diviene una trama avvincente, un viaggio attraverso la sua dedicata esplorazione della spiritualità e dell’arte. La sua presenza ha permeato il tessuto sociale e culturale di Bolognano, incanalando la filosofia di Beuys in una pratica quotidiana.

L.D.D. incarna l’essenza della visione di Beuys, trasformando la sua vita in un’affascinante narrazione che esalta la potenza della creatività, la bellezza della condivisione e l’importanza di manifestare il proprio contributo unico al mondo. In questo racconto, la spiritualità di Beuys e la vita di L.D.D. si fondono in un caleidoscopio di emozioni e riflessioni, offrendo una prospettiva straordinaria sulla connessione tra arte, memoria e la nostra stessa esistenza.

Beuys, con il suo approccio straordinario, esplorava vallate rocciose e si immergeva nella vita dei contadini locali con un sorriso sempre presente. L.D.D., affiancata dal consigliere Claudio Sarmiento, ha amplificato la presenza di Beuys attraverso progetti come “I Quattro Punti Cardinali”, trasformando locali in luoghi d’arte. La sua missione era seminare idee artistiche, anche se solo un seme germoglia, ritenendo questo compito fondamentale per il progresso culturale e sociale.

Nei suoi dialoghi, L.D.D. spazia dalla politica all’arte, citando Beuys nella convinzione che la cultura debba essere il fulcro del sistema pedagogico di una nazione. La “Politica dello Spirito”, che abbraccia l’io, la società, lo Stato, la morale e la religione, diventa un faro per illuminare menti e cuori, contribuendo al futuro dell’uomo e al benessere della società. In questo intricato intreccio di pensieri, L.D.D. emerge come custode e promotrice di un patrimonio culturale che abbraccia la totalità dell’essere umano.

“Per comprendere la natura, bisogna far sì che si sviluppi dentro di noi in tutta la sua interezza”. Queste parole, cariche di significato filosofico e poetico, trasmettono un valore su cui è necessario riflettere: la natura in termini spirituali.

Pensiamo a una nicchia ecologica, dove la diversa vegetazione crea una cosmologia di colori, riflessa nelle preistoriche grotte di un parco. Questo luogo intimo e sacro, immerso in una natura vergine, trasmette il suo patrimonio morale, arricchendo le bellezze naturali con la grandezza della storia e dell’arte.

Bolognano, con le sue mura e torri, posizionato in modo rassicurante, è il consolidato paese che ha ospitato la dimora del Maestro tedesco Joseph Beuys sin dagli anni ’70. Beuys amava profondamente questo habitat e lo indicava al mondo come luogo dei valori umani, della collaborazione e della libera creatività.

Negli ultimi quindici anni della sua vita, soprattutto a Bolognano, Beuys creò il suo ultimo slogan: “Difesa della Natura“, considerato il capolavoro della storia dell’arte del XX secolo. Un’operazione volta a salvaguardare la Natura e difendere l’Uomo, la creatività e i valori umani.

L’autore del testo, L.D.D., afferma che con Beuys ha visto morire la morte. Dopo la sua scomparsa, è stato necessario far comprendere l’incomprensibile a molti, diffondendo la cultura dell’uomo dal capello di feltro in Italia e nel mondo.

L.D.D., con la sua passione, ha coinvolto menti intellettuali e culturali, creando la storia del vissuto e diffondendo un’eco storica che sfida qualsiasi potere egemonico, mirando alla rinascita spirituale e alla collaborazione solidale tra uomini di diverse razze, origini, religioni, culturali, stati sociali ed economici.

La sublime eredità di Joseph Beuys è racchiusa nella sua dedizione all’arte come forza libera e indipendente, al miglioramento dei metodi sociali, alla rottura della tradizionalità artistica, e al posizionamento dell’uomo e della libera creatività al centro della sua visione. Beuys, il 15 ottobre del 1966, alla Galleria 101 mentre recitava frammenti di una poesia romantica tedesca, sottolineava un importante brano di Jistinius Kerner : “Dove andrai, là andrò anch’io” e “Proteggi la fiamma”.

Superò diverse avversità nella vita, ma la sua voce, il suo pensiero fu sempre rivolto alla regalità dell’Arte. Un giorno disse a L.D.D. queste parole: “Lucrezia, noi operatori culturali abbiamo il dovere di seminare, non importa se non nascono tutti i semi, basta che ne germogli uno e noi abbiamo fatto il nostro dovere”.

Il testo riflette anche sulla crisi mondiale ereditata dal XX secolo, sottolineando una crisi intellettuale, morale e spirituale. L.D.D. fa un parallelo tra Beuys e altri due personaggi, papa Giovanni XXIII e il Presidente John F. Kennedy, ritenendo che con la loro intelligenza creativa avrebbero potuto risolvere, o perlomeno migliorarli, i problemi dell’umanità.

Joseph Beuys ha dedicato tutta la sua vita al miglioramento dei metodi esistenti nella società; ha sempre ritenuto l’atto creativo come forza libera e indipendente. Non ha inventato metodi artistici né forme fatue.

Nel XX secolo, ci troviamo ad affrontare un’eredità di profonda crisi a livello mondiale. Questa crisi, complessa e multidimensionale, si manifesta su scala planetaria e coinvolge ogni aspetto della nostra esistenza. Le sue sfaccettature toccano la nostra salute mentale e fisica, minacciano i nostri mezzi di sussistenza e mettono in discussione la qualità e i valori fondamentali della vita, tra cui religione, famiglia, patria e i rapporti sociali. Inoltre, la crisi si estende ai settori dell’economia, della politica e della tecnologia.

Tuttavia, la vera crisi che affrontiamo, come abitanti del pianeta, è principalmente di natura intellettuale, morale e spirituale. Questa situazione richiama la riflessione sulla famiglia come la prima forma di governo, come affermato da Martin Lutero. Il “padre” viene considerato come un sagace governatore e un leader carismatico. Quando il padre è assente, il gruppo familiare, ridotto alla madre e ai figli, crea un complesso psichico in cui la realtà tende a rimanere nell’ambito dell’immaginazione o diventa astratta, secondo quanto sottolineato da Jacques Lacan.

Nella nostra società, abbiamo assistito a numerosi cambiamenti di linguaggio, progressi scientifici e tecnologici, sviluppi e interazioni che hanno plasmato il nostro mondo interiore. Gli scambi e le reciproche influenze tra il mondo esterno e la nostra percezione interiore hanno creato connessioni di modelli colorati da sentimenti e valori soggettivi. Queste variazioni hanno influenzato una nuova concezione di coscienza, provocando cambiamenti nella visione culturale della nostra esistenza.

Per Joseph Beuys solo l’arte è l’unica filosofia di vita che possa liberare gli uomini.

Ma che mostro sarebbe l’arte se si riservasse di rendere libera solo una categoria di privilegiati, cioè gli artisti? Non c’è che una soluzione.

Tutti gli uomini sono artisti.

Beuys: “E’ proprio qui che si innestano la falsificazione e il travestimento del mio pensiero. Malignamente, si intende. Se dico che ogni uomo è un artista non voglio affatto affermare che ogni uomo è, per esempio, un grande pittore. Una cosa questa che non mi è mai lontanamente passato per la mente. Io mi riferisco alle qualità di una professione, qualunque essa sia. Si può anche trattare di un agricoltore o di una infermiera. Mi riferisco, dunque, riconoscendo a tale capacità di eseguire un compito, un carattere creativo. Ecco quello che volevo e voglio dire.”

E qui il brano sottolinea l’importanza di comprendere la natura in termini spirituali, evidenziando il contributo di Joseph Beuys alla difesa della natura e alla promozione di valori umani attraverso l’arte.

Carlo Lolla

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