18 giugno 2024

“MILANO 1928”, NON SOLO UN PEZZO DA MUSEO


bramanteIn questi giorni in cui lo storico tram “Carrelli 1928” debutta nella collezione del padiglione ferroviario del Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia, ho riaperto la scatola dei ricordi, dove mia mamma ha conservato una foto della seconda metà degli anni Quaranta. In primo piano in bianco e nero il caratteristico tranvai milanese della linea 33, di colore verde e con gli interni in legno teak, che da viale Espinasse la portava, soltanto sedicenne, al lavoro nel centro città.

Erano gli anni del dopoguerra, la vita riprendeva e i tram danneggiati dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale, che avevano resistito grazie alla loro struttura robusta, erano stati riparati e rimessi in servizio.

La denominazione “Milano 1928” ricorda l’anno in cui cominciarono a circolare i primi due prototipi dei 502 esemplari di “Carrelli”costruiti tra il 1927 e il 1930 nelle officine di via Messina. Il nome richiama l’importante novità dei due carrelli, posizionati sotto la lunga cassa in acciaio, che consentono agevolmente la mobilità anche nelle strade strette.

Si tratta di una vettura storica, che ha conservato intatto il suo aspetto d’epoca e il design originale, ma si è evoluta grazie a nuove tecnologie come computer di bordo, sistemi GPS per la comunicazione in tempo reale con la Sala Operativa e sistemi di radiocomando per gli scambi. 

Sono alle spalle ormai i tempi in cui le rotaie non avevano ancora gli scambi automatici che dirigevano le linee tranviarie verso le rispettive percorrenze e il tranviere – ovvero il manovratore o meglio ancora il “nuovo brumista” – scendeva a fare la guggia, cioè fermava il tram sul limitare dello scambio e infilava la punta di un’asta di ferro tra la rotaia e l’ago dello scambio, finchè scattava nella giusta posizione per far proseguire il mezzo nel suo tragitto.

Questo simbolo della città ha fatto il suo ingresso trionfale al Museo Nazionale della Scienza e Tecnologia con una scenografia in abiti d’epoca degna di un set cinematografico e è entrato a far parte delle collezioni storiche, accanto ad altri simboli del trasporto urbano e interurbano come l’Omnibus a cavalli e il Gamba de Legn

Con una sostanziale differenza, però: questa iconica vettura, che da quasi un secolo ha fatto la storia della mobilità a Milano,  continua ancora oggi  a collegare le vie della città.

Cento anni fa era un mezzo di trasporto rivoluzionario per l’epoca, già full electric, e ancora oggi fa parte del presente della mobilità urbana e ha tutte le caratteristiche per continuare ad accompagnarla nel futuro: un simbolo con un valore iconico e identitario per Milano, che è oggetto di costruzione e condivisione di una memoria davvero collettiva, come ha affermato il Direttore del Museo Fiorenzo Galli in occasione della cerimonia. Nei suoi ricordi da bambino ci sono i viaggi sul “Carrelli” per andare a scuola, verso il centro: Ora è arrivato al Museo, è un’icona straordinaria della città e è anche un paradosso tecnologico. A cent’anni dalla sua progettazione ce ne sono ancora 125 che girano per Milano, quando abbiamo oggetti che dopo sei mesi vanno cambiati.

Negli anni Ottanta, dopo il successo riscosso in occasione dell’Historic Trolley Festival di San Francisco, manifestazione in cui furono esposti alcuni storici tram provenienti da tutto il mondo, il “Carrelli” ha iniziato a circolare anche sulla linea F di San Francisco con una decina di esemplari.

La livrea originale di colore verde bitonale diventò arancione negli anni Settanta e successivamente giallo crema-zafferano e avorio: oggi circolano, però, numerosi tram con livrea personalizzata, come quello con i colori della bandiera della pace e quello tutto bianco dedicato da Milano a Carla Fracci, con il nome della stella della danza scritto in rosso corsivo sulla fiancata. Questo tram ha fatto parte, infatti,  della biografia della Fracci, in quanto il padre Luigi lo guidava nel dopoguerra e con questo mezzo accompagnò la sua bambina alla prima audizione all’Accademia della Scala.

Alcune delle vetture del tram Carrelli vengono utilizzate a fini promozionali e possono essere affittate o prenotate per eventi particolari, come quelli itineranti nella settimana della moda e del design, mentre altre sono state destinate a vettura ristorante e performance live

Anni addietro un tram venne scelto come location per una sfilata di moda di Missoni e nel recente Fuorisalone Design lo studio romano di architettura e ingegneria Nou Group ha portato in giro per le vie di Milano il tram storico rivisitato in funzione di capsula del tempo che viaggia nello spazio del futuro, recando a bordo l’ultimo frammento di verde rimasto sulla Terra: la Missione Cassandra dello storico “Carrelli” ha proposto un simbolo potente dell’importanza delle azioni sostenibili, invitando i passeggeri a riflettere sul proprio impatto ambientale attraverso una serie di talk affidati a relatori multidisciplinari. 

Altro esempio il tram della Salute Mentale, che ha attraversato Milano in occasione dell’iniziativa M4MH, portando a bordo della vettura il dibattito sul tema e il messaggio contro lo stigma legato al disagio psichico.

Per continuare nella carrellata di un uso iconico di questo mezzo, segnalo presso il giardino di QC Terme Milano, la vettura riqualificata e rivestita completamente di legno, in modo da trasformarla la prima bio-sauna su un tram del benessere del mondo. 

Nell’ultima rappresentazione de “L’elisir d’amore” per i bambini, il tram n. 1 è salito persino sul palcoscenico del Teatro alla Scala, come scenografia tipicamente milanese.

Al Museo la storia di questo mezzo è rievocata da una postazione multimediale e i visitatori possono salire a bordo, scoprire, attraverso contenuti speciali, come è cambiata Milano vista dai finestrini della vettura e provare anche l’emozione di condurre un tram attraverso un’esperienza in Realtà Virtuale, denominata Tram Driver Experience VR.

Rita Bramante



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