21 maggio 2024

URBANISTICA: IL CASO BERGAMO

Un esempio interessante


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In attesa di un nuovo PGT per Milano, può venir utile consultare il nuovo Piano di governo del territorio di Bergamo (dove ho pure abitato) che è appena entrato in vigore: frutto di una chiara visione. Nel sito del Comune si legge che, come nelle aree urbane europee più mature, la città ha avuto negli ultimi anni un cambiamento demografico caratterizzato da un deciso aumento della presenza di anziani e delle persone che vivono da sole, con una previsione di crescita più veloce rispetto alla popolazione totale e che inoltre sono nate delle nuove esigenze urbane.

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Per cui il PGT mira a: ridurre il consumo di nuovo suolo, grazie alla rigenerazione degli spazi pubblici e il riuso degli edifici esistenti; dare centralità al tema ambientale per una città sempre più sostenibile; incentivare forme di mobilità sostenibile; favorire l’inclusione sociale con un adeguato livello di servizi, un welfare di quartiere potenziato e un’offerta di occasioni di scambio per relazioni e semplificare lo strumento urbanistico e la normativa.

Il nuovo PGT permette di adottare nuovi modi nel rinnovamento della città, per formulare soluzioni più adeguate alle necessità comparse negli anni recenti, dato che molte delle trasformazioni supposte dal precedente PGT del 2010, infatti, non sono state realizzate.

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A tal scopo sono indicati 5 obiettivi: la città si trasforma su sé stessa; infrastrutture e spazio pubblico al centro dello sviluppo; valorizzare l’ambiente, i servizi pubblici esistenti al centro di un nuovo welfare urbano, la cultura motore dello sviluppo.

Nel riprogettare la città senza il consumo di nuovo territorio, ma trasformando e rigenerando ciò che è già costruito; nell’utilizzare spazi pubblici e edifici non ancora completamente impiegati, privilegiando il riuso dell’esistente.

Mediante la realizzazione di nuove infrastrutture e il potenziamento di quelle esistenti (connessioni ferroviarie Bergamo-Orio, la linea del tram T1 e il progetto per la nuova linea T2) si hanno così un’importante occasione di riqualificazione di alcuni spazi della città.

Tramite la tutela e valorizzazione dell’ambiente a partire dal verde: la Cintura Verde, il Parco dei Colli, il PLIS e progettando nuove soluzioni per servizi e prassi più sostenibili.

Potenziando i servizi di quartiere con un’innovativa concezione dei servizi esistenti per una città più inclusiva con spazi per tutti; gli edifici scolastici, ad esempio, possono essere utilizzati al di fuori degli orari di lezione, offrendo a tutti i cittadini un luogo di socialità e la casa sociale da modello abitativo tradizionale può diventare un servizio diffuso pure nel tipo cohousing.

Mettendo al centro della trasformazione urbana gli importanti luoghi della cultura, volti come opportunità di scambio e di incontro e con valorizzare alcune aree e percorsi della città attraverso iniziative di riqualificazione culturale anche temporanee.

E dunque 3 linee strategiche: Bergamo Attrattiva. Bergamo Sostenibile. Bergamo Inclusiva.

Rigenerando il patrimonio esistente, promuovendo forme di mobilità sostenibile e incentivando nuovi usi dello spazio pubblico: fare delle dorsali infrastrutturali il baricentro dello sviluppo e dell’intermodalità; privilegiare la rigenerazione e il riuso del patrimonio edilizio esistente; la cultura come sistema di relazione; i tipo di commercio per aumentare la vivibilità nei quartieri.

Valorizzando e progettando sostenibilità e ambiente: valorizzare e tutela dei sistemi ambientali; l’incremento della Cintura Verde, supporto per nuovi servizi ecosistemici; lo sviluppo di un piano di adattamento ai cambiamenti climatici.

Potenziando i servizi esistenti: porli al centro di un nuovo welfare di quartiere; rendere i servizi e spazi esistenti, da sistemi chiusi a risorse urbane come possono diventare i luoghi di istruzione; rendere la casa sociale, da modello abitativo tradizionale a servizio diffuso.

In sintesi, circa un milione di aree verdi viene restituito alla città e vengono eliminati 400.000 mq di edificabilità; il 20% del suolo pubblico sarà destinato all’edilizia sociale, di cui l’8% in proprietà convenzionata, il 12% in locazione accessibile. Ridisegno e riuso di luoghi di culto.

Invece la colta associazione locale “Gli amici delle mura di Bergamo”, scettica sull’efficacia dei PRG, ha precisato da tempo che …Bergamo ne ha avuti 3 nell’arco di cinquanta anni, tra il 1951 e il 1999. Mezzo secolo per ri-pensare una città già pensata in un tempo molto più lungo… In che modo i Piani urbanistici possono rendersi credibili, se degli abitanti delle aree urbane non si considerano i comportamenti nel tempo e nello spazio, i loro modi d’uso del suolo edificato e non, ma se ne contano le unità per prevedere le quantità del loro consumo del suolo?

Un breve accenno ad essi. Il primo è il P.R.G. del 1951-1956 progettato da Muzio e Morini che ha adottato lo zoning per la città e ha avuto il merito di introdurre norme molto severe e lungimiranti contro la speculazione edilizia, applicate anche a tutta la zona sottostante Città Alta. Il P.R.G. di Bergamo, 1965-1969, su progetto di Astengo-Dodi, ha previsto una ossatura portante viaria, che solca e si dirama dal capoluogo, la formazione di un nuovo tessuto urbano in modo da raggiungere ovunque l’effetto urbano e la cura per il recupero dell’ambiente naturale.  

Il P.R.G. del 1995-1999. di Secchi-Gandolfi è un piano di conservazione e trasformazione della città, come fosse un progetto di città per dare forma fisica: una città da abitare, una città verde, una città funzionante compresa nella sua totalità, e al di là dall’epoca della sua costruzione o dal suo stato di degrado… Il Piano Regolatore come progetto della città, si intende qui il “disegno” di alcune sue parte secondo criteri dimensionali, formali e funzionali traducibili in regole e prescrizioni da osservarsi negli interventi attuativi. Si tratta dunque di rendere possibile il “controllo” dell’utilizzo dello “spazio urbano” attraverso lo strumento del disegno…

È da notare pure che tra i punti forti del nuovo PGT la semplificazione (es. libero cambio di destinazione d’uso tranne in limitati divieti) e la flessibilità potrebbero diventare un boomerang in quanto viene rimandato ai piani attuativi la definizione di dettagli, come le altezze o la concertazione con i privati, che potrebbero sfuggire al controllo e alla programmazione dell’amministrazione comunale, se non verranno gestiti adeguatamente. Con ragione di causa, credo che le sempre più sofisticate tecnologie digitali tridimensionali potrebbero essere d’aiuto al riguardo.

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Infine, un’ultima nota all’attuale PGT sull’architettura, visto che prevede di indire dei concorsi internazionali di progettazione per edifici e spazi pubblici, in modo da qualificarli al meglio: è auspicabile che vengano realizzate opere di qualità simili al distretto “Kilometro Rosso” o perfino innovative quale è il nuovo Centro Commerciale Orio al Serio fase II, in costruzione.

Guido Angelini

 



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