4 aprile 2023
LA COLOMBA DI PACE DI MICHELANGELO PISTOLETTO
La pace preventiva
Palazzo Reale, Sala delle Cariatidi. Se riavvolgiamo il nastro della storia e andiamo indietro di 70 anni, nel settembre 1953 arriva dal Metropolitan Museum di New York la grande tela «Guernica», dipinta da Picasso a Parigi nel 1937, subito dopo il bombardamento della cittadina basca ad opera dell’aviazione di Hitler, alleato del dittatore Franco. Picasso fu convinto dall’artista Attilio Rossi, a cui era legato da un rapporto di amicizia, a concedere l’esposizione della sua opera nella quinta scenografica della Sala delle Cariatidi, ancora stravolta dai segni degli incendi e dei bombardamenti aerei della Seconda Guerra Mondiale e in attesa di restauro[1]. La tela, opera-simbolo della lotta degli intellettuali europei contro il nazismo, divenne da subito manifesto di denuncia contro ogni dittatura e contro tutte le guerre.
Palazzo Reale, Sala delle Cariatidi, 70 anni dopo, dal 23 marzo al 6 giugno 2023. Dopo oltre sessant’anni impegnati dall’artista Michelangelo Pistoletto nella promozione della pace, della sostenibilità ambientale e sociale, va in scena la mostra “La Pace Preventiva”. In un omaggio ideale a Pablo Picasso, il simbolo del Terzo Paradiso viene portato come segno di pace da una colomba tratta dal disegno dello studente Manish Paul, primo premio del progetto didattico “Educare alla pace: Leonardo, Picasso, Pistoletto”[2].
Il Terzo Paradiso è un simbolo formato da due cerchi allineati e contigui, agli estremi di un terzo cerchio, più grande, che rivisita il segno matematico dell’infinito: i due cerchi opposti significano natura e artificio, quello centrale è la congiunzione dei due e rappresenta il grembo generativo di una nuova umanità. “Il tre rappresenta sempre una nascita – ci dice Pistoletto – che avviene per combinazione fortuita, o voluta, tra due soggetti diversi che, congiunti, producono un nuovo sistema sociale”.
Il messaggio di Pistoletto, instancabile paladino di un nuovo patto tra l’Uomo e la Terra, è chiaro e inequivocabile e fa eco agli appelli di intellettuali, scienziati e gruppi ecologisti: l’uomo superpredatore, che consuma senza sosta a ritmo inarrestabile e sempre crescente risorse non rigenerabili e che è artefice di una deforestazione senza limiti, incompatibile con la sopravvivenza sulla Terra, sta andando incontro a eventi di estinzione di massa di proporzioni catastrofiche. Se si procede con incoscienza in questa direzione potrebbe non essere lontano il collasso vitale della nostra casa comune, l’unico ambiente in cui possiamo vivere. Per evitare un destino catastrofico di autodistruzione per l’umanità dobbiamo provare a superare finalmente la concezione antropocentrica dell’homo sapiens e a immaginare un futuro diverso, cambiando i nostri paradigmi nel rispetto di tutti gli esseri viventi.
Di fronte a processi irreversibili di degrado, la Terra ci allerta e non possiamo più fare finta di niente: non è più tempo di indignarsi, ma di attivarsi, come sostengono con una sola voce e uniti da analoghe convinzioni Michelangelo Pistoletto e Edgar Morin nel loro appello a implicarci, a lasciarsi coinvolgere, a un’assunzione di responsabilità per accompagnare un cambiamento sociale inedito, che abbia come obiettivo il salvataggio dell’Umanità, l’educazione a una cittadinanza terrestre in funzione di un vero umanesimo: “Quello che lei chiama il Terzo Paradiso, io lo chiamo la metamorfosi. Direi che la forma attuale della società è inadeguata. (…) Lei utilizza il termine “paradiso”. Io, invece, dico “il ben vivere”. Il fatto è che viviamo molto male. Il vero problema oggi è vivere bene. (…) la civiltà distrugge la natura, la biosfera. E anche in questo caso non si riesce a controllare la distruzione. Dunque, si va verso processi di distruzione e di decomposizione che richiedono un cambiamento di strada” – afferma Morin[3]. E per dirla con le parole di Pistoletto, “affrontare le problematiche della società attraverso l’impegno dell’Arte, un’arte che unisce l’etica all’estetica”.
Un appello contro le derive della globalizzazione, per la riconciliazione dell’umanità alla Terra, senza più fame e malnutrizione, sfruttamento smodato delle risorse e impoverimento irreversibile della biodiversità, dicendo basta a un’idea di crescita infinita e esponenziale, che rischia di distruggere il pianeta e renderlo invivibile per chi vivrà dopo di noi.
Questo è il vero significato dell’opera specchiante “La Pace preventiva” nel solco del Terzo Paradiso, ridefinire lo statuto del nostro rapporto con il pianeta e ricostruire sulle fondamenta di un nuovo umanesimo, basato sull’etica della solidarietà e della comprensione. Il tipping point non è lontano. Il Terzo Paradiso non può attendere.
Rita Bramante
[1] P. ROSSI, Come fu che Attilio Rossi, nel 1953, portò a Milano «Guernica» di Pablo Picasso, in AA.VV., Il presente si fa storia, Vita e Pensiero,2008
[2] http://terzoparadiso.org/
[3] E. MORIN – M. PISTOLETTO, Attiviamoci. Impliquons-nous, Dialogo per il secolo, New Press, 2020