24 maggio 2021
ATM NON TROVA AUTISTI A MILANO
Ci sarà qualche ragione "vera"
Molte ricerche attestano l’aumento delle diseguaglianze e della concentrazione della ricchezza a Milano dopo l’expo e la fuga degli abitanti dai centri storici e dalle aree ad alta intensità turistica. Sarà anche per questo che il direttore generale dell’ATM ha affermato recentemente che l’azienda di trasporti cerca autisti ma non li trova perché Milano è una città molto cara. Il successo di Milano sta nel suo alto trend di sviluppo.
Foto di Elisa Tremolada
Certo Milano è una città cara anche perché stringendo accordi con Airbnb per promuovere eventi,residenze temporanee per studenti e city users o per progettare strategie di social washing cresce la ricchezza, di chi andrebbe valutato, ma certamente l’alta domanda spinge in su i prezzi. Hanno sorpreso le dichiarazioni dei giorni scorsi del direttore Generale di ATM, Arrigo Giana, che ha affermato che la società di trasporti meneghina cerca autisti ma non li trova perché Milano è una città troppo cara.
Giana non può trincerarsi dietro questa affermazione banale: il vero motivo per cui è difficile trovare autisti sta nel fatto che l’offerta economica e normativa di ATM per l’assunzione è quella di un contratto a termine con part-time verticale, il che vuol dire lavorare quasi esclusivamente venerdì, sabato e domenica.
Per essere assunti come autisti, inoltre, c’è bisogno della patente D e del certificato qualificazione conducente, che costano almeno 5 mila euro. Molto meglio fare l’autista nel settore merci dove invece dei 1.100 euro mensili di ATM, in un’azienda di trasporto merci – che di norma ha sede nell’hinterland, dove gli affitti e il caro vita sono minori – il salario sarebbe di circa 1.700 euro.
Milano 2030 è una metropoli che vuole connettere reti globali. Una città compatta che si dilata verso nord e che si estende lungo le sue reti infrastrutturali. Ma le aziende che gestiscono le reti di trasporto hanno bisogno di uomini e questi uomini devono trovare casa vicino ai depositi dei mezzi. Il contenimento dei costi di ATM è scaricata solo sui nuovi assunti che con turni ed orari più disagiati hanno una retribuzione inferiore di 700 euro rispetto agli autisti con maggiore anzianità di servizio.
Eppure, quest’anno anche ATM ha ottenuto consistenti ristori economici dal decreto “Cura Italia”, cioè gli stessi contributi regionali sello scorso anno: pur avendo prodotto meno percorrenze (cioè tagliato i km/autobus), le sono stati infatti corrisposti anche i km/autobus non percorsi (come a tutte le aziende di trasporto pubblico italiane). Con il Covid, ATM ha ricevuto contributi parametrati ai suoi costi, ma ha fatto diversi subaffidamenti ad aziende esterne, che costano molto meno, e ha trattenuto la differenza.
Con soli 20 milioni in meno di ricavi, largamente compensati dai decreti Covid, ATM resta in ottimo stato di salute economica. Proprio per questo potrebbe modificare i contratti d’ingresso, e già che ci siamo avviare un processo di efficientamento organizzativo e di maggiore trasparenza nelle forniture di beni e servizi per la manutenzione della metropolitana, visto lo scandalo dell’estate 2020 sul giro di appalti truccati che ha coinvolto, tra i tanti, un suo funzionario che da quasi 20 anni che truccava le gare.
Elena Grandi e Dario Balotta