13 ottobre 2019
IMPIANTI SPORTIVI E RANGO DELLA CITTÀ
Un buco nero del PGT. Una Piscina olimpica per Milano
13 ottobre 2019
Un buco nero del PGT. Una Piscina olimpica per Milano
Le vicende dello Stadio di San Siro e delle Olimpiadi invernali hanno portato l’attenzione sul livello di dotazione di impianti sportivi di Milano. La città è sottodotata? Bisognerebbe condurre un’analisi delle dotazioni per le diverse discipline e confrontarle con gli standard delle grandi città europee. Nel piano dei servizi del PGT manca quest’analisi. La sensazione è che per la pratica quotidiana l’insieme dell’offerta pubblica e privata sia mediamente adeguata per gli sport di base anche se c’è un problema di prezzi per le famiglie. Per quanto riguarda invece l’attività agonistica e l’accoglienza di manifestazione ad alto livello le dotazioni della città appaiono scarse. Sicuramente lo sono per il nuoto.
Agli ultimi campionati mondiali di nuoto (Gwangju, Corea – luglio 2019) l’Italia è risultata 6a per ori e 5a per numero di medaglie. Con 5 milioni di praticanti iscritti alla Federazione il nuoto è lo sport più diffuso in Italia. Tuttavia la distribuzione dei Centri nuoto, ovvero di impianti adeguati ad ospitare attività agonistica ad alto livello e manifestazioni sportive di livello nazionale ed internazionale, appare casuale e certo non rapportata alla dimensione della popolazione dei bacini d’utenza dei diversi Centri. (*) Di tali impianti nel Lazio ce ne sono tre; a Roma, Ostia e Frosinone; al Nord ce n’è uno a Torino, Genova Bologna, Verona e Trieste; al Sud ce n’è uno a Napoli e uno a Palermo; ma anche Riccione e Pescara hanno impianti d’alto livello. In Lombardia e a Milano non ce ne sono.
Milano non ha una piscina olimpica coperta. A Milano non ci sono impianti adatti ad incontri agonistici nazionali né tanto meno internazionali e alla preparazione degli atleti ad alto livello. Per tutta la Lombardia, la regione di gran lunga più popolosa, l’unico centro natatorio di buon livello è a Lodi, ma non è adatto a manifestazioni internazionali al coperto. Milano ha una sola piscina da 50 metri coperta con una struttura geodetica: la piscina D. Samuele in via Mecenate, con un clima termo acustico pessimo, ormai inadatta persino per manifestazioni di tipo locale.
L’Amministrazione comunale ha intenzione di realizzare una piscina al coperto di 50 metri con la ristrutturazione dell’impianto di via del Cardellino (zona Lorenteggio) opera compresa nel “Piano periferie”: un’ottima dotazione urbana ma inadeguata per struttura e posizione urbanistica a svolgere il ruolo di Centro d’alto livello.
Il Comitato regionale lombardo della Federazione Italiana Nuoto, si è posto l’obbiettivo di superare questa storica carenza. Ha segnalato la mancanza di un impianto natatorio degno della città nelle osservazioni al Piano dei servizi del PGT, ma soprattutto ha redatto un progetto di fattibilità di un Centro nuoto di livello olimpico e, nella primavera del 2018, ha proposto ad AREXPO di collocare il nuovo impianto in MIND, ovvero nel quartiere universitario previsto nell’area ex EXPO. La ragione fondamentale della proposta ad AREXPO era di affiancare l’attività agonistica ad alto livello, alla ricerca scientifica garantita dalla presenza dell’Università (Scuola di Scienze motorie) e di Human Technopol, connessione fondamentale sia per progredire nell’attività agonistica a livello internazionale, sia per progredire nella ricerca biomedica. Negli incontri di presentazione del progetto il direttore della scuola di Scienze motorie dell’università Statale considerava essenziale la presenza di un tale impianto.
Nel Piano integrato di intervento predisposto da Landlease Corporation, concessionario dell’area, appena adottato pochi giorni fa dalla Giunta di Milano, il Centro nuoto proposto dalla FIN non è previsto. Un’occasione persa per Milano e la Lombardia.
D’altra parte Milano e la sua area metropolitana offrono altre opzioni per la collocazione dell’opera: negli ex Scali ferroviari, nelle aree per Grandi Funzioni Urbane del PGT, oppure nelle aree Falck a Sesto S. Giovanni; purtroppo in nessuna di queste posizioni si avrebbe la contiguità con i centri di ricerca scientifica. Comunque lo scenario delle potenzialità urbanistiche di Milano è ampio: la quota di rendita da garantire alla collettività in termini di oneri, standard e servizi potrebbe contenere ampiamente le risorse per adeguare le dotazioni per l’impiantistica sportiva della città agli standard europei.
Il preventivo di massima del Centro nuoto proposto dalla FIN è di 28 milioni. Il Progetto di fattibilità calcola che le attività di servizio e commerciali coprano i costi di gestione e un’aliquota dell’ammortamento del capitale. L’altra parte va reperita come capitale non remunerato. Si potrebbero anche trovare finanziamenti privati come sponsorizzazioni, ma devono essere complementari all’intervento pubblico e soprattutto deve essere garantita la disponibilità di un’area adatta in una posizione urbanistica strategica.
L’interesse pubblico dell’intervento è evidente e di livello sovracomunale, e quindi non può essere lasciato interamente a carico dei privati ma neppure del solo Comune di Milano; anche la Regione e lo Stato dovrebbero partecipare alla realizzazione dell’opera.
Ci si potrebbe chiedere se la costruzione di una grande piscina olimpica sia una spesa pubblica prioritaria. Lo è perché risponde ad una domanda sociale confermata dal grande numero di utenti, ma è anche una componente del rango internazionale di Milano, della sua area metropolitana, della Lombardia e del Paese. In Europa molte città, anche di rango inferiore a Milano, sono dotate di impianti natatori d’alto livello.
E’ una priorità perché la nuova struttura contribuirà comunque alla ricerca scientifica e alla diffusione della pratica sportiva, componente essenziale della salute della popolazione.
Sarebbe anche questo un investimento pubblico utile al sostegno della crescita.
In conclusione sarebbe auspicabile che Milano e la Lombardia non perdessero l’occasione di confermare il ruolo che loro compete nel panorama nazionale e internazionale, anche nel campo dello sport.
Ugo Targetti
(*) Per Centri nuoto si intendono impianti al coperto con vasca principale da 50 metri, vasche minori di servizio, una tribuna per 2 o 3 mila spettatori, spazi per servizi vari. Tali impianti ospitano generalmente attività di tempo libero, fitness, ludiche e commerciali che forniscono la base economica per la loro gestione
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