27 gennaio 2019
PERCHÈ IL BORGO DELLA GIUSTIZIA?
Un’alternativa al previsto decentramento del Palazzaccio a Rogoredo
27 gennaio 2019
Un’alternativa al previsto decentramento del Palazzaccio a Rogoredo
Il Borgo della Giustizia a Milano nasce come contrapposizione alla previsione del nuovo Piano di governo del territorio (PGT), di decentrare in estrema periferia, e precisamente a Rogoredo, tutte le funzioni legate alla Giustizia in una struttura chiamata Cittadella della Giustizia.
Di solito nelle città dove questa funzione è allocata in vecchi edifici del centro storico nati per altre funzioni, il decentramento è reso necessario dalla esigenza di spazi che questi edifici non possono più garantire. Così in molte città italiane dal trasferimento di queste funzioni sono nate le nuove Cittadelle della Giustizia. Quasi sempre relegate in periferie caratterizzate da una bassa qualità del disegno urbano, si presentano con l’aspetto di sedi di enti o società qualsiasi, banalizzando così l’immagine che una funzione così nobile e significativa deve avere.
Esaminando meglio la casistica si può notare che gli edifici destinati alla Giustizia creati negli anni ‘30 sfuggono alla delocalizzazione perché, grazie ad un regime nel quale venivano enfatizzati gli edifici destinati alle più importanti funzioni pubbliche dello Stato, vennero costruiti edifici che alla funzionalità dei caratteri distributivi si affiancava la giusta monumentalità che questa funzione doveva rappresentare.
La loro posizione territoriale era allora appena al di fuori dai centri storici propriamente detti, ma sono oggi compresi nelle più ampie perimetrazioni dei centri storici attuali. Approfittando della loro posizione semicentrale, questi Palazzi di Giustizia sono così riusciti a trovare spazi per le loro inevitabili espansioni in sopralzi o in edifici adiacenti e della stessa epoca, formando così i prodromi di quello che si potrebbe identificare come un Borgo della Giustizia.
BORGHI E NUCLEI DI IDENTITA’ La tendenza al recupero dei Borghi della città esistente è uno degli obbiettivi del PGT. Identificati come Nuclei di Identità locale, tendono alla formazione della città policentrica rivalutando le specificità locali. Il Palazzo di Giustizia fa parte del N.I.L. numero 4 chiamato Guastalla ed è vincolato dal ministero dei Beni Culturali nel 2008 per la sua architettura e le opere d’arte che lo abbelliscono.
Nel N.I.L. Guastalla oltre alla funzione della Giustizia sono presenti monumenti storici di valore come le chiese di San Pietro in Gessate e Santa Maria della Pace, palazzo Sormani e la più recente Società Umanitaria. Adiacenti sono presenti la Rotonda della Besana e l’università di via Festa del Perdono.
L’importanza di presenze monumentali e funzioni vitali racchiuse in questo N.I.L. è confermata dalla previsione dalla adiacente fermata Policlinico della MM4.
CENTRI STORICI E FUNZIONI VITALI Dal punto di vista storico urbanistico il Palazzo di Giustizia, rappresentando una delle tre funzioni fondamentali di uno Stato evoluto, e sicuramente quella dal valore etico più forte, deve essere presente nel centro storico per contribuire a conservare la “vitalità ambientale” dei centri storici delle città europee.
Se vogliamo combattere la tendenza alla desertificazione di questi centri storici dove il tempo ha stratificato la Storia attraverso i castelli dei principi, i palazzi reali o della nobiltà spesso trasformati in musei, le sedi del potere civile e religioso e i grandi teatri nazionali, non possiamo privarli di funzioni, come quella della Giustizia, che assicurano assieme alla necessaria vitalità ambientale la rappresentatività etica e morale dello Stato.
IL BORGO DELLA GIUSTIZIA Il Borgo della Giustizia ben si attaglia al caso di Milano, dove esiste già una distribuzione delle funzioni della Giustizia attorno al palazzo in una serie di edifici singoli, ma dove per la sua funzionalità è ancora lontana dal concetto urbano di Borgo a causa della straripante invadenza delle automobili e la mancanza di confortevoli percorsi pedonalizzati, che del borgo storico erano il collante vitale.
A Milano, una volta stabilita la permanenza in loco del Tribunale, che può dividere le sue funzioni in edifici differenti ma adiacenti, alternati a monumenti storici e palazzi della cultura ed edifici per il cosiddetto indotto, che formano il borgo, si tratta di individuare la sua dimensione territoriale, e dotarla del collante che caratterizza questi brani di città e cioè la pedonalizzazione dell’intero sito cancellando l’invasione delle automobili in superficie utilizzando le procedure delle Z.T.L., le zone a traffico limitato.
Assieme alla pedonalizzazione della quota zero occorrerà inserire tutti gli elementi dell’arredo urbano che rendono più vivibili questi spazi, il disegno delle pavimentazioni, l’introduzione di alberature, sedute, gazebi per le espansioni dei servizi indotti dalla funzione principale, ma anche elementi decorativi che utilizzano la presenza dell’acqua o i monumenti.
Essenziale in questo caso, il recupero della statua della giustizia dello scultore Attilio Selva inspiegabilmente relegata e nascosta fino ad oggi in un cortile interno al Palazzo per collocarla nella posizione più consona sulla facciata di corso di Porta Vittoria. Il recupero di questo monumento sarà un valore aggiunto all’immagine di questa importante funzione istituzionale.
PARCHEGGI L’argomento “parcheggi” è complesso e controverso. Stabilito che una certa superficie sia necessaria all’uso interno e qualcosa resterà nei cortili del Palazzo, sono previsti 3 nuovi parcheggi, uno sotto il nuovo edificio di via Pace, l’altro in via Daverio più quello di San Barnaba previsto dal piano parcheggi del Comune. Occorre tener presente la tendenza prevalente in tutti i centri storici di diminuire la presenza del numero delle auto negli ambiti interessati dalle pedonalizzazioni.
La presenza della dalla fermata Policlinico della MM4 fa ipotizzare di prevedere l’accesso al Borgo prevalentemente con il trasporto pubblico.
IL PROGETTO DI FATTIBILITA’ L’associazione ARCHXMI aveva predisposto un progetto di fattibilità per proporre un perimetro del Borgo (identificabile con il Nucleo di identità locale del PGT), condiviso dal magistrato Angelo Mambriani che sosteneva dall’interno del Palazzo questa soluzione contraria al Palazzetto della Giustizia di Rogoredo.
Questo progetto di fattibilità viene allegato a questa relazione ed è stato presentato anche ai dirigenti del Palazzo, oltre che nei convegni organizzati da Angelo Mambriani con la presenza di funzionari, dirigenti e consiglieri del Comune di Milano.
Arch. Gianni Zenoni
vicepresidente ARCHXMI
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