26 luglio 2017
SESTO SAN GIOVANNI: RAGIONARE ANCORA
Per la Fillea Cgil non solo ombre
L’articolo di Diego Pirovano pubblicato da ArcipelagoMilano il 12 luglio scorso mi ha ispirato alcune considerazioni in merito alla sua analisi sulla sconfitta a Sesto San Giovanni. Non essendo cittadina sestese mi limito a fare solo alcune riflessioni sull’annosa vicenda della Città della Salute e della Ricerca, poiché fino al 2016 ho seguito come sindacalista la complessa storia del trasferimento a Sesto San Giovanni del Besta e dell’Istituto dei Tumori di Milano. Sono stata Segretaria in Camera del Lavoro a Milano dal 2007 al 2016 con delega alla sanità e alla salute e sicurezza sul lavoro.
L’opera citata, pur con molti limiti, alcuni dei quali evidenziati anche dall’articolo, a mio parere va sostenuta per l’enorme e articolato investimento nella riqualificazione dell’area destinata ad ospitare tutto il complesso, quello sanitario è quello commerciale. Questione questa che viene completamente sminuita dal commento di Pirovano, ma che merita invece una valutazione estremamente positiva, in un Paese dove le dismissione di aree industriali importanti e la ex Falck è una di queste, lasciano pesanti eredità alle amministrazioni che si susseguono e che nella maggior parte dei casi restano abbandonate per mancanza di risorse economiche.
Certo, la decisione di trasferire le due unità ospedaliere, Besta e Istituto dei Tumori, ha destato e desta tuttora fortissime polemiche, che in parte sono state condivise anche dal mio sindacato, a partire dalla quantità di denaro pubblico investito, agli interrogativi sulla destinazione delle attuali aree milanesi, oltre alle difficoltà evidenziate dal personale sanitario interessato al trasferimento. Senza però entrare nel merito delle criticità, credo che sulla vicenda occorra fare valutazioni più ampie e lucide, come ha fatto anche l’ex sindaca Monica Chittò, che in quest’opera ha visto, giustamente dico io, la riqualificazione dell’area in termini ben più nobili della sola piantumazione di alberi e della narrazione dell’insediamento di un polo sanitario.
Monica Chittò ha puntato moltissimo alla realizzazione del progetto sul suo territorio, sfidando Milano in un braccio di ferro con Pisapia, perché ha colto l’importanza di un investimento di quella portata per la Città che stava amministrando, per il prestigio che queste due eccellenze pubbliche del Servizio Sanitario e della Ricerca porteranno a Sesto e ai suoi residenti e per il potente indotto lavorativo che quest’opera nell’intero complesso pubblico-privato svilupperà. Ci tengo a sottolineare due questioni della massima importanza. La prima: l’impegno concreto dell’amministrazione Chittò per la legalità a garanzia della trasparenza delle procedure e della salvaguardia di un’occupazione regolare e tutelata.
Entrambe le cose non scontate visto che l’opera è deliberata da una Regione che nel campo sanitario e dei cantieri delle costruzioni edilizie non ha una storia limpida da raccontare da decenni. Monica Chittò ha sottoscritto un importante accordo sindacale per la legalità e la prevenzione della salute e sicurezza dei lavoratori e lavoratrici dei cantieri della bonifica e della costruzione dell’intera opera con Cgil, Cisl, Uil e Feneal, Filca Fillea di Milano e della Lombardia il 20 maggio 2015. In questo accordo, fra le varie, c’è un impegno e una responsabilità diretta dell’Amministrazione contro le infiltrazioni malavitose e la corruzione, dentro l’Amministrazione e fuori da questa.
Un impegno straordinario, non scontato. Come si dice in questo periodo, la Sindaca ci ha messo la faccia in quell’impegno e non solo le parole. Secondo punto: la bonifica e la riqualificazione di un’area industriale come l’area ex Falck, piena di amianto e sostanze tossiche, non ci sarebbe mai stata senza la concorrenza di denaro pubblico e privato. Un terreno avvelenato in piena città che sarà riqualificato grazie a questo vincente progetto per Sesto e i suoi residenti. anche se l’ efficacia la si potrà vedere solo fra qualche anno, sarebbe importante far passare questo concetto alla Città invece di sterili polemiche. Credo quindi che l’ impegno della ex Sindaca in questa vicenda sia stato di qualità e di spessore politico notevole.
A lei e ai suoi collaboratori e collaboratrici, va un plauso per le modalità con cui hanno condotto la non facile pratica di insediamento di un’opera di portata enorme, visto che il cantiere in questione è uno dei più grandi d’Europa. Ora resta da capire se l’attuale Amministrazione saprà cogliere con lo stesso punto di vista l’importanza dell’opera e se saprà far vivere i contenuti di quell’accordo sottoscritto con le Organizzazioni Sindacali senza farne una questione ideologica, ma di buon senso. In questo caso di tratta di riqualificazione dell’azione politica e sindacale a partire dalla trasparenza e dalla legalità. Termini che non possono e non devono essere messe in secondo piano da nessuna parte politica.
Mi auguro che l’eredità delle pratiche migliori portate avanti dalla ex Sindaca Chittò, la quale credo avesse molto chiaro il concetto che la Stalingrado d’Italia non era più tale da tempo, siano da volano per proseguire nel percorso con la stessa trasparenza e partecipazione.
Tiziana Scalco
Segretaria Fillea Cgil Lombardia