25 febbraio 2025

URBANISTICA: UN INCUBO

Meglio non dormirci sopra 


Copia di Progetto senza titolo (11)

Sono giorni quasi tranquilli per chi si occupa di cronache urbanistiche. Non ci sono nuovi annunci di arresti (che poi si sgonfiano come neve al sole primaverile). Zucchi e Boeri dormono placidi nei loro lettini. E non sono spuntate nuove torri ad ombreggiare le finestre di vicini irrequieti. Meglio così. Quindi riposiamo un po’? Ovviamente no! Siamo sempre sul pezzo. O quanto meno su un pezzo.

In attesa di norme salvifiche che arriveranno, ma non si sa in quale forma, vediamo di porci (e porvi) qualche domanda sui temi che ci stanno a cuore. 

Mi chiedono e quindi vi chiedo, se ha senso rimettere mano al PGT di Milano in un momento storico in cui si parla sempre più insistentemente di riscrivere non solo il TU (Testo Unico) dell’edilizia (DPR 380/2001), ma anche le norme urbanistiche (dalla legge del ‘42 a quelle degli anni 60 e 70). Certo, se poi penso a chi dovrebbe occuparsi di questa riforma, mi viene un leggero brivido freddo…

Potremmo iniziare a dire che il TU vale su tutto il territorio italico, mentre il PGT è figlio della discutibile legge regionale lombarda (LR 12/2005) è che tutte le regioni godono di una “certa” autonomia in materia. Tutto giusto, quindi eliminiamo le norme urbanistiche nazionali? Andiamo avanti. Riscriviamo il TU dell’edilizia, ma questo contiene molti riferimenti a “cose” urbanistiche. E a sua volta la legge regionale 12/2005 sul governo del territorio (materia urbanistica) contiene molti riferimenti ad elementi del TU dell’edilizia. Quindi se riformo il TU automaticamente riformo la legge regionale.

Non so voi, ma io inizio ad avere un certo malditesta. Sarà colpa di quello che scrivo?

Edilizia, urbanistica, governo del territorio… Manca solo l’architettura. Anzi meglio di no, che poi gli architetti fanno solo danni (tutti ‘ste torri che infestano il decoroso e distino skyline meneghino…).

Comunque è innegabile che vi sia un po’ di confusione tra le due discipline. Persino la legge del 1942 nell’abrogato art. 33 con saggia preveggenza si premurava di dire che bisogna tenere gli ambiti distinti e non contaminare i regolamenti edilizi con norme urbanistiche. Peccato che poi le cose siano andate diversamente. 

Di fatto il TU dell’edilizia già all’art. 2bis si occupa di urbanistica, anche se sotto mentite spoglie. Nel comma 1 parlando di deroghe (udite, udite!) specifica che le regioni o le provincie “possono dettare disposizioni sugli spazi da destinare agli insediamenti residenziali, a quelli produttivi, a quelli riservati alle attività collettive, al verde e ai parcheggi, nell’ambito della definizione o revisione di strumenti urbanistici comunque funzionali a un assetto complessivo e unitario o di specifiche aree territoriali”. Come dire che possono decidere loro come gestire gli standard. Vi ricorda qualcosa? Ogni riferimento all’art. 2 del Salvamilano è puramente voluto. Comunque fuor di polemica, riconoscerete anche voi che il TU dell’edilizia sta parlando di standard ovvero di un tema che è prettamente urbanistico.

Ok, quindi abbiamo capito che malgrado edilizia e urbanistica siano materie distinte (ma sono dannatamente contigue), nella realtà normativa dei nostri immaginifici legislatori sono spesso ficcate in un unico calderone e riformare l’una senza toccare anche l’altra non avrebbe senso. Peggio, rischierebbe di creare abomini normativi ancor peggiori dello status quo.

Torniamo però all’inizio. Se l’urbanistica è, pur nella sua natura concorrente, affare delle regioni come si procede a livello nazionale? Riformo il TU senza toccare le leggi urbanistiche? Ma abbiamo visto che nel TU si parla anche di urbanistica. Riformo il TU edilizio e faccio un TU urbanistico? E poi cosa succede alle leggi regionali in materia? Vanno tutte riscritte?  Mi occupo solo del TU edilizio, lo epuro da riferimenti urbanistici e lascio che di questo si occupino solo le regioni e vado ad abrogare le leggi nazionali in materia? Faccio un unico minestrone urbanistico edilizio, un mega TU, che poi deve essere tassativamente recepito a livello regionale introducendo un concetto di concorrenzialità forte?

Poi io sono il primo che vede favorevolmente un piano urbanistico “farcito” di elementi edilizi (piani attuativi, masterplan, regole morfologiche, etc…).  Però faccio fatica a pensare di fare un nuovo piano in un contesto così incerto a livello normativo, durante uno scontro interpretativo (usiamo questo eufemismo) tra magistratura e vari livelli amministrativi. Che poi magari finisce che il PGT te lo” scrive” il PM… Lo stesso magari che ti porta il Salvamilano alla Corte Costituzionale.

In un tal frangente ci vuole un bel coraggio a rilasciare un nuovo PGT. Coraggio o incoscienza. O forse arroganza? Ma potrebbe pure essere disperazione… Vedremo.

Capite anche voi che è un vero bordello. Facile quindi dire che qui va tutto a donnine allegre…

E per fortuna che sono giorni tranquilli…

Pietro Cafiero



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  1. Annalisa FerrarioNon vedo davvero alternative a un nuovo PGT. E non serve incoscienza, arroganza e disperazione: basta la capacità e la competenza. Che è quella che è mancata finora.
    26 febbraio 2025 • 08:06Rispondi
  2. Giuseppe VitaleA Milano sta venendo fuori un vero e proprio verminaio. Una indecenza urbanistico-edilizia che supera pure il cosiddetto "sacco di Palermo". Ma come mai solo a Milano hanno la necessità di una norma interpretativa? Ed ecco il salva Mil'ANO con l'aiutino di tutte le forze politiche comprese quelle che dovrebbero provare schifo per la rendita edilizia e speculativa.
    5 marzo 2025 • 11:10Rispondi
    • Pietro VismaraQuesti pensavano che Milano fosse "Roba loro". E il prossimo ad essere attenzionato secondo me è il direttore generale
      6 marzo 2025 • 20:41
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