22 ottobre 2024

LETTERA APERTA DELL’ISTITUTO NAZIONALE DI URBANISTICA

L’Accordo di Programma ''FILI – Cadorna''


 Copia di beltrami 3 (10)

Illustrissimo Sig. Sindaco (1), il 25 luglio 2024 la Giunta da Lei presieduta ha approvato la delibera n 895, che valuta positivamente l’Accordo di Programma “FILI Cadorna” proposto dall’immobiliare Ceetrus Italy S.p.a. e da Ferrovienord S.p.a. e promosso dalla Regione Lombardia.

L’Accordo di Programma (AdP) propone di coprire la ferrovia tra piazza Cadorna e via Mario Pagano e di realizzare sulla copertura edifici con varie destinazioni d’uso e del verde pubblico. L’AdP è in Variante al vigente Piano di Governo del Territorio che non assegna alle aree ferroviarie alcuna capacità edificatoria. Regione e Comune prevedono di giungere all’approvazione dell’Accordo entro il 31 maggio 2026. Il Direttivo della Sezione Lombarda dell’Istituto Nazionale di Urbanistica ha discusso l’ipotesi di AdP; ne è emersa una viva preoccupazione e una sostanziale perplessità di merito che Le riporto in sintesi.

I motivi della nostra preoccupazione.

L’AdP prevede un intervento di rilevanti dimensioni con la realizzazione di nuovi edifici di consistente volumetria in una parte del Centro Storico tra le più belle di Milano, il cui impianto urbanistico risale al Piano Beruto e all’opera di Luca Beltrami ed Emilio Alemagna, che avevano egregiamente risolto la presenza della ferrovia con la straordinaria invenzione del ponte di via Curie in finta pietra e grandi aiuole verdi. Inoltre l’area interessata dal progetto è soggetta a vincolo paesaggistico apposto all’inizio degli anni ’60 del secolo scorso.

Ci si chiede come lo stravolgimento di tale impianto urbanistico e l’edificazione di nuovi grandi volumi inseriti nel quartiere ottocentesco, possa essere compatibile con le finalità del vincolo paesaggistico oltre che con una buona e colta prassi urbanistica.

La fragilità delle motivazioni urbanistiche dell’intervento. La delibera comunale definisce la ferrovia una “frattura urbana”: un’affermazione infondata, un espediente retorico volto a enfatizzare un vantaggio pubblico assai discutibile. Le ferrovie Nord in quella posizione, non costituiscono affatto una “frattura”, né sotto il profilo funzionale – le connessioni viabilistiche e pedonali esistenti sono del tutto adeguate – né sotto il profilo paesaggistico, essendo la ferrovia un elemento consolidato, tradizionale e persino gradevole del paesaggio urbano.

Le delibere della Regione e del Comune non indicano la dimensione dei volumi realizzabili, tuttavia, secondo quanto dichiarato dalla stessa Ceetrus Italy, sarebbero previsti nuovi edifici per 60.000 mq di superficie lorda: si tratterebbe quindi di 500 o 600 appartamenti, costruiti su un solettone collocato a circa 10 metri sopra il piano del ferro, largo 70 e lungo 700 metri.

Un impatto visivo e un carico insediativo molto gravosi che potrebbero tradursi in una irreparabile ferita nel paesaggio urbano. Il verde che verrebbe realizzato sulla copertura della ferrovia produrrebbe un marginale incremento della superficie del Parco Sempione e sarebbe il più costoso verde pubblico mai realizzato: un dispendio di risorse che potrebbero invece essere destinate ad altre parti della città, meno attrezzate. Infine l’intervento dichiarato come di “rigenerazione urbana” non risponde ai requisiti dettati in materia dalla legge regionale: il quartiere di Porta Magenta, uno dei più belli di Milano, non sembra avere alcun bisogno di essere “rigenerato”.

La coerenza con le scelte di politica urbanistica Oggi la Città è impegnata nella revisione del PGT che ha consentito operazioni di densificazione non sempre bene accolte dai cittadini: è infatti questo uno dei temi di riflessione per la nuova Variante. L’attuazione dell’AdP realizzerebbe un ulteriore, rilevantissimo incremento del carico insediativo consentendo di edificare su aree ferroviarie non già dismesse, ma in piena attività, in variante al PGT vigente e in un ambito urbano particolarmente denso e delicato, in aperta contraddizione con le linee di indirizzo per la revisione del PGT annunciate dall’Amministrazione.

In conclusione. Per quanto contenuto nei documenti resi pubblici mentre è evidente il rilevante interesse dell’operatore privato, che realizzerebbe i nuovi edifici in un’area fra le più vantaggiose del mercato immobiliare milanese, appaiono invece molto meno evidenti i vantaggi pubblici dell’operazione, che consiste nel destinare aree pubbliche – il sedime ferroviario – alla costruzione di appartamenti e uffici di lusso.

Non è di questo che ha bisogno Milano. Fino ad ora la discussione attorno ai contenuti dell’Adp “FILI Cadorna” è stata sviluppata unicamente dagli apparati tecnici del Comune e dalla Giunta. Considerata l’importanza dell’operazione urbanistica Le chiediamo di promuovere una discussione pubblica prima dell’avvio della procedura formale di elaborazione e approvazione dell’Accordo di Programma.

Cordiali saluti.

Marco Engel

Presidente di INU Lombardia

 (1) Altri destinatari per conoscenza: Elena Buscemi Presidente del Consiglio Comunale Gabriele Rabaiotti Capogruppo Beppe Sala Sindaco Tommaso Gorini Capogruppo Europa Verde Sala Sindaco Luca Bernardo Capogruppo Forza Italia Berlusconi per Bernardo Sindaco Riccardo Truppo Capogruppo Giorgia Meloni Fratelli d’Italia Enrico Fedrighini Capogruppo Gruppo Misto Giulia Pastorella Capogruppo I Riformisti Lavoriamo Per Milano con Sala Alessandro Verri Capogruppo Lega Salvini Premier Manfredi Palmeri Capogruppo Luca Bernardo Sindaco Mariangela Padalino Capogruppo Noi Moderati – Milano Popolare Maurizio Lupi Beatrice Luigia Elena Uguccioni Capogruppo PD Partito Democratico Beppe Sala Sindaco Mattia Abdu Ismahil Presidente Municipio 1

 



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  1. Giuseppe LonghiDa quel che leggo è la ripresa, con una esplosione esponenziale delle volumetrie, della proposta di Gregotti. Allora fu sventata da rappresentanti nel consiglio di amministrazione delle Nord con cultura civica. Un valore che oggi sembra in disuso.
    23 ottobre 2024 • 12:48Rispondi
  2. Pietro CafieroConcordo su tutto e condivido le preoccupazioni, però non scomodiamo Beruto che non è mai stato immune al fascino della speculazione edilizia. Se non ricordo male il giovane ingegnere era velatamente eterodiretto dalla Socetà Fondiaria Milanese e da G.B. Pirelli tanto che nei disegni del 1884 al posto della Piazza D'Armi (il futuro Parco Sempione) c'è una bella maglia di isolati residenziali. Poi per fortuna ( o meglio per la pubblica opinione e grazie alla bocciatura del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici) le cose sono andate diversamente. Ma oggi il rischio di un ritorno al passato è reale. Qui un'immagine del piano Beruto del 1884, quello "speculativo": https://blog.urbanfile.org/wp-content/uploads/2023/08/1884-1889-piano-Beruto-Mappa.jpg
    23 ottobre 2024 • 19:02Rispondi
    • Annalisa FerrarioConfonde proprio la vicenda Beruto/Pirelli. Beruto aveva messo volumetrie sull'ex Piazza d'Armi (di proprietà pubblica) per usarne i proventi per realizzare una cintura verde lungo i Bastioni. Pirelli (che era consigliere comunale) si oppose a questo piano chiedendo che le volumetrie fossero spostate interamente su aree private (tipo in via Vincenzo Monti, dove anche lui era fra i proprietari). Quindi: verde si aree pubbliche, volumetrie su aree private. E il verde attorno ai Bastioni non si fece per mancanza di risorse. Suggerisco di studiare, prima di parlare. Un bel corso di urbanistica 1 (come studente, ovviamente), che ne dice?
      23 ottobre 2024 • 22:01
  3. Pietro CafieroDirei Beruto santo subito! L'ingegnere nel piano del 1884 lottizza sia la Piazza D'Armi sia la zona che va fino a quella che era Porta Magenta. Ci sono le mappe a dimostrarlo. Rimando anche a questo mio articolo del 2011: https://www.arcipelagomilano.org/archives/9741 Comunque sono pronto ad iscrivermi al suo corso. Detto ciò, tornerei al senso di quello che ho scritto. Ovvero che sono pienamente d'accordo con il contenuto dell'articolo. Solo non guarderei tanto al passato, per trovare ragione di opposizione all'ADP.
    24 ottobre 2024 • 14:16Rispondi
  4. Annalisa FerrarioGuardi meglio le mappe. Nella versione con le case in piazza d'armi, c'è molto più verde diffuso. In quella con il parco Sempione come lo conosciamo, il verde diffuso non c'è più (perché non c' erano soldi e i proprietari fondiari tipo Pirelli non lo volevano). A guardare il passato c'è sempre da imparare. Anche a leggere qualche libro prima di parlare di argomenti che non si conoscono. Saluti.
    24 ottobre 2024 • 17:15Rispondi
  5. b bTrovo la polemica sopra ingaggiata assolutamente inutile. Noi abbiamo oggi una città che ancora ai tempi del Beruto, pur con le solite prepotenze dei privati, aveva una forma, ed ebbe la capacità di creare un Parco che ancora oggi ci rallegra e consola; una città che ormai pare all'assoluta mercé degli speculatori, che con la copertura delle ferrovie, dopo l'utilizzo indiscriminato degli scali, rischiano di togliere ulteriormente il RESPIRO alla città, la sensazione di avere un fiume , un paesaggio aperto.... Bravissimo l'INU!
    26 ottobre 2024 • 14:28Rispondi
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