2 luglio 2024
RIQUALIFICAZIONE DI AREE URBANE
“Hefencity” Hamburg si concluderà entro il 2027
2 luglio 2024
“Hefencity” Hamburg si concluderà entro il 2027
A Hafencity si sta completando il noto progetto di rigenerazione iniziato 25 anni fa, e nato con lo scopo di riscoprire l’identità di Amburgo come città marittima, spostandone il baricentro verso l’Elba, e di infonderle contemporaneamente un simbolo di innovazione. Questa conversione urbana si contraddistingue per la coordinazione con le parti consolidate della città, l’uso misto del suolo insieme alla mixité sociale e funzionale, l’attrattività per la classe creativa, la cura nel creare gli spazi pubblici, edifici di qualità architettonica, sostenibilità e buon collegamento con il resto della città.
L’orientamento è stato quelli di affermare l’identità storica legata al porto – decidendo di preservare le mura storiche del molo, gli edifici amministrativi, i ponti e le vecchie gru portuali – di coordinare gli strumenti urbanistici con il processo di riqualificazione in atto, e la costituzione di una società diretta dal Comune (per la gestione dei fondi pubblici e privati nella realizzazione del programma di interventi, tra i quali la vendita dei suoli, per la comunicazione e per consentire la partecipazione). Tutti gli interventi vengono scadenzati tramite un’elaborata cronologia di tempi insieme a una possente, palese e condivisa visione strategica della città.
Per suscitare il maggior interesse a livello internazionale oltre che per stimolare ulteriori investimenti, diversi progetti architettonici e urbani sono stati ideati da celebri architetti, come Herzog & de Meuron e Richard Meier, e sono stati banditi concorsi internazionali sia per il primo masterplan ufficiale, variabile in corso d’opera e riaggiornato più di una volta, che per gli edifici residenziali e anche a volte per altri tipi.
Il masterplan di Hafencity è stato vinto da Kees Christiansee con ASTOC, in seguito sempre tramite un concorso sono risultati vincitori 8 studi per gli interventi relativi a 8 macroaree, identificate con un sistema strutturato di spazi privati e pubblici collegati tra di loro. I bacini del vecchio porto e i moli sono diventati una rilevante componentedel paesaggio urbano in un’area di 155 ettari per un terzo costituita da acqua e per due terzi di terra. Entro il 2027 la abiteranno 12.000 persone e che si creeranno 20.000 posti di lavoro nel settore dei servizi, con un afflusso di circa 3 milioni di visitatori l’anno in primis per la costosa Filarmonica dell’Elba, realizzata sul tetto di un magazzino storico.
Dell’intera area compresa nel masterplan, le destinazioni del suolo indicate sono per il 31% di superficie edificata, per il 24% di superficie interessata dalle infrastrutture per la mobilità e per il 44% in spazi aperti. Tranne le passeggiate, l’area totale, le strade e i parchi sono di più altezze sopra il livello dell’acqua, realizzando così una nuova topografia: lo studio EMBT ha disegnato il landscape masterplan e gli spazi urbani come la Terrazza Magellano e la Terrazza Marco Polo. Esse sono formate da promenades e percorsi pedonali strutturati con giochi di altezze, spazi verdi e spazi aperti con accesso attraverso i pontili al sistema delle superfici d’acqua.
La gran parte dei nuovi edifici, per lo più affacciati sull’acqua, sono alti 6-7 piani come quelli presenti nell’Amburgo storica, e anche le costruzioni a blocchi compatti con corti interne ricordano la densità edilizia della città antica. Soltanto alcuni palazzi a torre, rivolti a un più alto target di clienti, hanno altezze maggiori e si trovano in luoghi rilevanti e panoramici con funzioni di belvedere.
Il paradigma impiegato si fonda sulla stretta correlazione tra la forma degli spazi aperti e l’insieme edifici ed è basato sul modulo del quartiere, sull’attenzione agli aspetti che permettono di differenziare i vari quartieri e di utilizzare i rapporti tra pieni e vuoti per modellare lo spazio pubblico. Nella zona ad est gli interventi sono destinati a un target sociale più diversificato e una parte delle nuove abitazioni è concepita per cooperative, co-housing e housing sociale. La valutazione nelle gare d’appalto e nell’assegnazione dei suoli è a favore di forme e modi d’uso innovativi, privilegiando le proposte con qualità architettonica e con stand di elevata sostenibilità.
Più a sud, a Baakenhafen, si è optato per un incremento della funzione abitativa, con la realizzazione di un tessuto più coeso e denso rispetto alle intenzioni iniziali, composto da isolati con tipologie miste (abitazioni collettive, edilizia sociale, edilizia libera) e da alcuni edifici a torre con alloggi rivolti anch’essi a un più alto target di clienti, ma è previsto un significativo incremento dell’edilizia sovvenzionata in affitto.
Questo quartiere è ricco di spazi aperti – aree a verde e aree attrezzate per lo sport, tra loro connesse da promenades – e di attrezzature collettive; in aggiunta la diffusione di attività di servizio (negozi, bar e ristoranti) collocate soprattutto al piano terra, attrezzature ricettive e culturali, e di isolati misto residenziali e a uffici contribuiscono a costituire il mix ricco di funzioni presenti.
Per Hafencity è stata un’effettiva spinta per la valorizzazione immobiliare la riqualificazione della sponda fluviale, con i nuovi edifici destinati a uffici, spazi museali e a unità abitative innovative – che convivono con vecchi edifici industriali ristrutturati e le attività connesse alla pesca e lasciano ancora trasparire il carattere portuale dell’area – e la sua ampia fruibilità per il tempo libero e il ristoro.
Sebbene dei residenti locali, in particolare urbanisti e architetti, criticano spesso l’architettura dei nuovi edifici di Hafencity (a ragione in alcuni casi), i prezzi delle case più alti rispetto a quelle in Amburgo centro, e pure quelli non economici delle cooperative, ritengono oltre a ciò che l’arredo urbano sia eccessivamente “disegnato”.
Comunque, l’aspetto peculiare di questa iniziativa è l’idea realizzata di un qualificante centro urbano, funzionalmente complesso, radicato nel territorio e aperto agli abitanti, con una visione di livello metropolitano. Ogni quartiere è dotato di spazi verdi ricreativi collegati con l’ambito urbano e di viali alberati lungo gli interi percorsi ciclo pedonali.
Guido Angelini