10 febbraio 2020
“INSALATA VERDE” ALLA MILANESE
Tutte le contraddizioni del sindaco Sala
Guardare la realtà per quello che è, e non per come fa comodo immaginare che sia: uscire dalla scatola degli stereotipi e delle raffigurazioni patinate è quanto mai necessario e urgente.
A Milano abbiamo un sindaco che si proclama green. Rivendica di essere lui, “nunc et semper”, il paladino delle battaglie ambientaliste se non, addirittura, l’interprete unico. Si fa fotografare insieme ai ragazzi dei Fridays for future che, a migliaia, scendono in piazza preoccupati per il futuro del pianeta chiedendo ai decisori pubblici a ogni livello azioni concrete, coerenti, urgenti per fronteggiare l’emergenza climatica e ambientale incombente.
Si fregia di partecipare a consessi internazionali come il C40 Cities, il gruppo di 96 città che nel mondo stanno intraprendendo azioni audaci sul clima, per un futuro più sano e sostenibile. Non si contano i selfie e le dichiarazioni del nostro primo cittadino su queste importanti tematiche. Tanto importanti che, lo scorso luglio, riorganizzando la propria giunta, ha assunto su di sé, accorpandole insieme, tutte le deleghe in materia di “Transizione ambientale”, con quella che è stata annunciata dai media come “svolta verde”.
Secondo la vulgata, dunque, il nostro primo cittadino punta sull’ecologia e forse pensa addirittura a un partito. Il sindaco stesso ci ha tenuto a precisare che, rispetto a quella che ritiene una battaglia profondamente politica, lui non dirà un “no a tutto in nome dell’ambiente”, preferendo un ambientalismo propositivo. Viene da chiedersi in cosa consista dunque l’ambientalismo che il sindaco Sala ha in mente e quali siano le nostre azioni “audaci” in corso. E allora proviamo a dare un rapido sguardo.
Il sindaco regala borracce e promette un futuro boscoso con milioni di alberi. Poi però consente l’abbattimento di decine di alberi ad alto fusto sani e ben sviluppati, come nel Campus Bassini il 2 gennaio, per far posto al cemento in una delle ormai rare aree libere naturali rimaste in città. E liquida gli oppositori come Nimby, ostentando disprezzo. Applausi.
Sostiene l’importanza del valore ecosistemico di un verde di qualità. Ma poi permette, come ogni anno, e nonostante il reiterato parere contrario del consiglio di municipio (tangibile segno di attenzione al tanto celebrato decentramento amministrativo), che si svolga il luna park all’interno di preziose aree verdi della città, come il monumentale parco Sempione o i giardini Montanelli. Il park e il luna park: «Vogliamo tutto». Applausi.
Proclama l’adesione alla Giornata mondiale senz’auto (22 settembre 2019). Tuttavia esclude qualsiasi limitazione alle auto, stante la contemporanea presenza degli appuntamenti della Fashion week. Applausi.
Sorride ai ciclisti. Però nulla cambia nella gestione quotidiana della mobilità, ancora impregnata da un’ipertrofia automobilistica aggressiva e carente di controlli e da un alto tasso d’insicurezza stradale. Applausi.
In una città che si trova al centro di un’area fra le più inquinate d’Europa, il sindaco Sala – che, ricordiamolo, è anche sindaco della Città metropolitana – si dice consapevole e preoccupato della gravità della situazione dell’inquinamento, «creata in 100 anni e non risolvibile in 100 giorni», e rivendica la responsabilità di avere per questo deciso di bloccare le auto nel territorio comunale – domenica 2 febbraio 2020, per la prima volta da molti anni a questa parte – ma consente che, solo poche ore prima, si svolga ancora una manifestazione di auto da corsa in città (venerdì 31 gennaio). Applausi.
E si potrebbe continuare con altri esempi – trasformazione degli scali ferroviari dismessi, trasloco della Statale nel realizzando campus Unimi a Mind, costruzione di un nuovo stadio… – tratteggiando una fondamentale continuità di fatto con le precedenti amministrazioni, riassunta con efficace sintesi dall’espressione “cementosinistra versus cementodestra”.
Pensiamoci bene: anche se il cemento lo dipingiamo di verde, sempre cemento resta!
Ma alcuni hanno paura di riconoscerlo ad alta voce. E persino a voce bassa… preferendo parlar d’altro.
Con la connivente complicità di un’informazione spesso schierata, accomodante, che non morde e non entra nel merito per non disturbare il manovratore, oscillante tra il servile encomio e il silenzio distratto.
Perché tanto Sala è green. Il sindaco migliore d’Italia.
Magari ciò accade anche perché, volgendo la testa dall’altra parte, vedi il baratro. Con i La Russa, i De Corato, i Meloni e i Salvini che non hanno neppure un barlume d’idea di buone politiche a favore dell’ambiente. Non le predicano e non le praticano, né sembrano richiamare il loro interesse: le loro parole d’ordine sono altre; l’ambiente, un accessorio eventuale, finché non gli cadrà addosso.
Forse anche per questo, dunque, molti hanno continuato a ingoiare amaro, a sminuire e negare l’evidenza delle contraddizioni, l’espansione delle volumetrie costruite, a dissimulare la delusione per la partecipazione tradita, a smussare le critiche al sindaco e alla sua giunta perché questo sarebbe, secondo un diffuso stereotipo, il modo per arginare l’avanzata dei populisti che premono alle porte. E se fosse invece proprio questo farsi andar bene tutto a spianar loro la strada?
La vicenda del progetto del Politecnico sul Campus Bassini, per com’è stata trattata, per le risposte che ha avuto, per le parole irridenti (e irritanti) del sindaco Sala, per le tante, troppe teste voltate dall’altra parte, per me hanno segnato emotivamente un punto di non ritorno.
Insieme a quei possenti alberi, di cui ho sentito il terribile tonfo con le mie orecchie, sono caduti anche molti veli. Qualcuno vorrebbe i cittadini eterni Candide: occorre aprire gli occhi e smetterla di concedere alibi. Lo dobbiamo a noi stessi. Ai nostri ragazzi. A chi verrà dopo da noi.
Quella per l’ambiente non è, non può essere una battaglia naif, o per alleggerire la coscienza di qualche radical chic con manie di protagonismo: coinvolge i comportamenti e le responsabilità di ciascuno. Indipendentemente da qualsiasi credo religioso, non ci sarebbe bisogno del papa per ricordare che noi siamo solo custodi e non proprietari del creato. Eppure…
Eugenio Galli
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