10 dicembre 2019
I PRIMI DELLA CLASSE: SALA E MILANO
Salvini e l’effetto “Franti”
Il destino dei primi della classe non è dei migliori: non sono quasi mai amati dai loro compagni. Ammirati sì, invidiati spesso ma poco amati. È quello che sta succedendo al sindaco Sala e a Milano. In tempi non sospetti, come si dice ora, lo abbiamo ripetuto più volte dicendo che avremmo molto preferito che si parlasse di “Caso Milano” piuttosto che di “Modello Milano”. Auto elogiativo presuntuoso, soprattutto se a parlarne così sono il Sindaco e i suoi assessori. Avevamo forse ragione.
Negli ultimi tempi persino la stampa locale più schierata non perde occasione per titolare la cronaca cittadina nel migliore dei casi in tono ironico ma spesso in tono polemico: “ma cosa succede a Milano “modello”? L’ultimo caso è quello delle “buche”, finito persino nel bersaglio di Crozza ma anche le vicende dello scontro tra un filobus e un veicolo Amsa e delle frenate brusche della MM, ripetute ormai: sono state occasioni per commenti non proprio benevoli.
Spesso le lettere ai quotidiani contengono una frasetta minacciosa: ” …sarebbe meglio se…”. Ovviamente, a me per primo e a molti altri, le scelte del sindaco non sono sempre piaciute, tuttavia ora c’è una sorta di asimmetria tra quello che fa e quello che gli è rimproverato.
Non parliamo di Facebook, l’Internet vomitatoio mondiale, se fosse vivo Seneca direbbe ancora: “Vomitano per mangiare e mangiano per vomitare”. Mangiano odio, c’è chi glielo offre, e fake news e altrettanto odio vomitano.
Negli ultimi tempi i post di Facebook con critiche su Sala si stanno moltiplicando e quelli che si riferiscono al suo atteggiamento di primo della classe si sprecano, comunemente indicandolo come responsabile diretto di fatti che concernono i suoi assessori. Il sindaco è sempre il frontman della sua Giunta. Vantaggi e svantaggi del capo.
Viene da domandarsi cosa gli suggeriscano i suoi consiglieri per la comunicazione. Probabilmente non hanno letto L’Elogio di Franti di Umberto Eco (Diario minimo 1963 Mondadori ed.) che prende spunto da un racconto di De Amicis (in “Cuore”) per arrivare a dirci che forse Franti, il perfido ultimo della classe è più simpatico di Garrone, il primo. De Amicis non la pensava così.
Credo invece che lo abbiano letto quelli de La Bestia, il gruppo di comunicatori di Salvini: hanno capito che è più simpatico il Franti/Salvini di Garronne/Sala ma è anche vero che gli italiani sono naturalmente inclini a buttar giù i vincenti, spesso solo per noia o per spirito di contraddizione e non sia mai che il loro cuore batta altrove. Insomma a Milano per i consiglieri della comunicazione del Sindaco, c’è un equilibrio difficile tra “l’è mej andà via schisc” e l’ “andà in gir me un pollin”*.
Guardando l’agenda del sindaco Sala sui comunicati del Comune ci si domanda come faccia a lavorare se la maggior parte del suo tempo è dedicata a portare i saluti dell’amministrazione a ogni convegno, a presenziare all’apertura di un grande magazzino, a tagliar nastri e dir due parole all’avvio e alla fine di ogni opera comunale, piccola o grande che sia, all’inaugurazione di mostre e gallerie. Il tutto solo nella speranza di una foto sui quotidiani o su Instagram?
Forse molti cittadini avrebbero voglia di incontrarlo, lui, quando organizzano incontri e dibattiti sul verde, sulle case popolari, sulle scelte urbanistiche, anche sulle buche delle strade – certo meno drammatiche che a Roma -, sulla raccolta delle foglie fradice di pioggia. Se tutto va bene a quegli incontri si vedono gli assessori ma credo che ai cittadini farebbe piacere incontrare lui, non un suo delegato come lo sono gli assessori. In certe situazioni bisogna che il Sindaco in persona ci metta la faccia. Noi votiamo per il Sindaco non per la Giunta e tantomeno per scegliere gli assessori.
Tra i tanti impegni potrebbe saltare qualcosa come: ”4 dicembre ore 17.30, in Fondazione Feltrinelli (viale Pasubio, 5), parteciperà alla presentazione del libro PhotoAnsa 2019.”.
Da noi semplici cittadini quanto verrà?
Luca Beltrami Gadola
* “è meglio girare senza farsi notare” o “ è meglio andare in giro come un tacchino”.
10 commenti